NAPOLI – ‘La decrescita sara’ messa in atto dalle donne o non si realizzera’ affatto”. Lo ha detto l’economista francese Serge Latouche, teorico della ”decrescita” nel corso di un seminario organizzato dalla Fics (Federazione internazionale citta’ sociale) che si e’ tenuto questa mattina nella sede di via Sant’Eframo Vecchio a Napoli. Al centro del dibattito le buone pratiche realizzate in Campania dalla Fics (fattoria sociale e parco etologico, distretto integrato territoriale e servizi di cittadinanza, uso sociale dei beni confiscati, pratiche di microcredito) messe a confronto con i nodi piu’ significativi del pensiero ”latouchiano”.

”Ho vissuto a lungo in Africa – ha raccontato Latouche – dove le donne hanno un ruolo enorme e portano avanti le famiglie. Ecco, noi dovremmo tornare a una societa’ vernacolare che valorizza il ruolo delle donne da contrapporre al produttivismo, tipicamente maschile. Dobbiamo tornare a un’economia informale in cui si puo’ essere ingegnosi senza essere ingegneri, ragionevoli senza essere razionali”. Latouche ha poi paragonato le teorie della decrescita e le buone pratiche che esistono anche nel territorio campano a quei monasteri che hanno resistito al crollo dell’impero romano. ”Siamo i monasteri del ventunesimo secolo”, ha detto l’economista francese rivolgendosi ai Gas (gruppi di acquisto solidale) che realizzano una filiera corta nell’agricoltura e agli operatori sociali impegnati nei diversi settori, dai servizi di cittadinanza alla dipendenze patologiche. E su questo punto Latouche ha detto che ”la droga e’ il sintomo di una societa’ patologica, noi siamo tossicodipendenti della societa’ dei consumi ma anche dipendenti dal lavoro. Soprattutto la societa’ americana va in crisi senza il lavoro perche’ li’ si sono perse le relazioni umane, ecco perche’ il Mezzogiorno e’ piu’ preparato alla crisi e qui sara’ piu’ facile attuare le politiche di decrescita”.

 

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