NAPOLI – Il 2012 è l’anno dei “minimi storici” per il settore delle costruzioni e coincide con il sesto anno di recessione. E’ la fotografia che emerge da I.Co.Na, periodico elaborato dall’Acen e dal Cresme Ricerche. Dato “inequivocabile” del cattivo andamento dell’edilizia, la drastica diminuzione del consumo di cemento, materia prima essenziale. Secondo i dati, tra il 2007 e il 2011 si è passati da 2milioni e mezzo di tonnellate a un milione e 400mila, con un crollo di consumo di cemento pari al 40 per cento e, tra gennaio e aprile 2012, il consumo si è ulteriormente ridotto del 22 per cento.

Da ciò scaturisce un “naturale” calo della produzione edile che dal 2006 al 2012 si è ridotta mediamente del 30 per cento con picchi del 36 per cento nella provincia di Caserta. “Un crollo verticale”, ha detto il presidente Acen Rodolfo Girardi, che ha lanciato un appello alle Istituzioni: “Dobbiamo rimboccarci le maniche e ripartire”. Una possibile ripartenza che, ha sottolineato Girardi, “può essere stimolata grazie ai Grandi Progetti avviati dalla Regione”. Secondo quanto riferito, i bandi potrebbero partire entro dicembre e si metterebbero in moto circa 3 miliardi di euro “che rappresentano – ha concluso il leader dei costruttori – tanto lavoro per le nostre imprese”. Imprese che faticano e stentano a sopravvivere come emerge dai dati della Cassa Edile della Provincia di Napoli: se nel gennaio 2010, già periodo di crisi, erano circa 4.600 le aziende che lavoravano, a luglio 2012 sono circa 4mila “livello minimo degli ultimi anni”. Meno lavoro per le imprese che inevitabilmente si traduce in minor impiego di lavoratori. Negli ultimi mesi, infatti, è stato registrato un incremento del numero di ore di cassa integrazione autorizzate dalla Provincia di Napoli: a maggio 2012 il regime ordinario fa segnare un + 12 per cento e quello straordinario e in deroga + 281 per cento che a luglio cresce ancora di un ulteriore 54,7 per cento. “Il settore edile – ha affermato Anna Rea segretario generale Uil Campania – rappresenta la drammaticità occupazionale con una perdita secca di oltre 25mila lavoratori, una vera depressione economica per cui servono subito risorse se non vogliamo che si entri in una fase acuta di tensioni sociali”. Sì ai Grandi Progetti della Regione, ma secondo la sindacalista servono “soprattuttòle piccole opere pubbliche che offrono subito possibilità di lavoro”. Calano gli investimenti pubblici mentre, nonostante le difficoltà, i privati assorbono il 64 per cento degli investimenti, pari a più di 6 miliardi di euro. “E’ fondamentale – ha concluso l’assessore al comune di Napoli Enrico Panini – ripartire dall’edilizia che se in passato ha avuto una funzione anticiclica, oggi mostra i dati più pesanti”. Dall’esponente del Comune, l’invito al Governo “a rilanciare una politica di investimenti al Sud perché le sole politiche di rigore non ci porteranno da nessuna parte e anzi rischiano di aggravare la situazione” e la rassicurazione che “l’amministrazione intende avere un ruolo attivo nelle politiche di sviluppo per la città “.

 

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