Monica potrebbe vivere in una roulotte acquistata dagli ex colleghi del marito: la mamma di 32 anni, da una settimana in tenda con il marito davanti al comune di Pomigliano d’Arco per chiedere una casa o un lavoro, potrebbe trovare una sistemazione momentanea grazie alla sensibilità di un gruppo di cassintegrati del reparto logistico Fiat di Nola, e di operai del Giambattista Vico, che in questi giorni hanno lanciato una campagna di solidarietà per dare un tetto provvisorio alla coppia ed ai loro tre figli di 12, 9 e 4 anni. Ivano, 34enne del posto, perse il lavoro nel 2007, licenziato da Fiat in seguito ad una vicenda personale, che lo vide anche finire in guai giudiziari: da allora, oltre al lavoro, ha perso ogni cosa, anche la casa, e da otto settimane vive in strada, lontano dai suoi figli, lasciati a casa dei nonni. “Ho pagato il mio debito con la giustizia – spiega l’ex operaio – e chiedo solo una seconda opportunità per andare avanti, per dare un futuro ai miei bambini. Ma senza nemmeno una casa è difficile”. Ed è per dargli una seconda occasione che i suoi ex colleghi si stanno mobilitando in queste ore, in barba alle polemiche che stanno circondando la famiglia di disperati, criticati da molti per aver rifiutato un appartamento messo loro a disposizione, ma che, secondo i coniugi, non aveva l’abitabilità necessaria perché privo dei servizi igienici.

“Ivano ha sbagliato e pagato il suo errore – afferma Tommaso Pirozzi, cassaintegrato del reparto logistico Fiat a Nola – e noi abbiamo il dovere di aiutare tutti, di non aspettare l’ennesima tragedia prima di dare la nostra solidarietà. Sua moglie ha minacciato di lanciarsi nel vuoto, e noi operai abbiamo ancora vivo il ricordo del suicidio di un nostro collega, avvenuto qualche tempo fa. Poi, a causa delle difficoltà economiche, si è ammazzato un pizzaiolo di Pomigliano, e dopo le tragedie tutti hanno detto che si poteva fare qualcosa. Bene, adesso siamo in tempo per fare qualcosa prima, non dobbiamo aspettare il gesto estremo”. Tommaso ed i colleghi hanno già chiesto ad Ivano e Monica se sono disposti a trasferirsi in roulotte: “Hanno detto di si – conclude Pirozzi – ma ora è necessario poter avere un terreno a disposizione, che chiediamo a qualche associazione o privato, per poter far sostare la roulotte, e fornirla di acqua e luce, fino a quando le cose non si sistemeranno un poco”.

 

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