SAN VITALIANO – “Avevamo proposto un’assemblea unitaria in fabbrica per discutere con i lavoratori della situazione venutasi a creare dopo che la Fiat ha sancito la fine del progetto Fabbrica Italia. E di tutta risposta le organizzazioni sindacali hanno organizzato un incontro semiclandestino in un albergo della zona”.

Lo ha sottolineato il coordinatore provinciale di Napoli della Fiom per il settore auto, Francesco Percuoco, che è anche un ex delegato rsu nello stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco, commentando l’assemblea di oggi organizzata da Fim, Uilm, Fismic e Ugl. Secondo Percuoco la “segretezza” dell’incontro “é la dimostrazione, qualora ce ne fosse bisogno, del fatto che chi ha firmato quell’accordo non è più in grado nemmeno di organizzare una libera e legittima assemblea dei lavoratori dentro lo stabilimento”. “Un gruppo di lavoratori iscritti a Fiom – ha aggiunto Percuoco – quando ha saputo dell’assemblea ha deciso di partecipare, ed io sono andato con loro. Alla nostra domanda di cosa accadrà quando scadrà la cig per cessazione attività, agli oltre duemila lavoratori ancora fuori, la risposta è stata quella di un generico impegno a ricercare con l’azienda soluzioni occupazionali alternative. Ma per noi c’é una sola via percorribile – ha concluso – tutti i lavoratori devono entrare in Fabbrica Italia Pomigliano, si devono ripristinare le corrette relazioni sindacali senza aspettare che le impongano i magistrati; e mentre si utilizzano solidaristicamente gli ammortizzatori sociali per ridistribuire il lavoro che c’é, si avvii il confronto su come saturare tutti gli occupati”.

 

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