NAPOLI – Ricerca, innovazione, competività: sono le parole chiave di Horizon 2020, nuovo piano per la ricerca e innovazione dell’Unione europea per il periodo 2014-2020. Opportunità e prospettive per le piccole e medie imprese sono state al centro di un workshop che si è svolto a Napoli. Horizon 2020,

che prevede investimenti di risorse per 80 miliardi di euro, va ad integrare in un’unica cornice gli attuali strumenti di finanziamento: il Settimo Programma Quadro di Ricerca (7Pq), il Programma Innovazione e Competitività (Cip) e l’Istituto per l’innovazione e la tecnologia (Iet). Se ne conoscono il nome, Horizon 2020, e la portata: ottanta miliardi di euro. L’incontro di oggi è stato anche l’occasione per tracciare un bilancio del Settimo Programma Quadro. “Nell’incontro di ieri al ministero per la Ricerca – ha affermato Diassina Di Maggio, direttore generale di Apre, Agenzia per la promozione della ricerca europea – è stato sottolineato che a fronte di un investimento del 13,5% in termini economici, il ritorno è, sempre in percentuale, dell’8,5%. In qualche modo, insomma, si va a sostenere la ricerca e l’innovazione dei Paesi forti, quali Germania, Francia e Gran Bretagna. L’Italia è prima per partecipazione, ma quarta in termini di successo”. L’Italia, ha spiegato Di Maggio, “é sì un Paese ricco di ricercatori, ma non abbiamo attività di coordinamento, quasi ci pesa interagire con altri soggetti”. Ma, per ottenere successi, è necessario mettere a punto un sistema, una rete, anche guardando agli ultrimi due bandi del Settimo Programma Quadro legati all’innovazione. “Le imprese campane hanno un grande fabbisogno di ricerca e innovazione e le statistiche rivelano quanto sia complicato per loro accedere ai fondi messi a disposizione dall’Unione Europea – ha sottolineato Guido Trombetti, assessore regionale alla Ricerca scientifica – oggi in Campania, grazie all’Agenzia Campania Innovazione, abbiamo una rete strutturata di attori, Campania In Hub, che con più forza si presenta ai tavoli europei e alle opportunità di sviluppo messe a disposizione dall’Europa”. Luigi Iavarone, presidente di Technapoli – Apre Campania, ha ricordato che per presentarsi “vincenti in Europa, occorre presentarsi come sistema”. Su questo punto batte anche Giuseppe Zollo, presidente di Campania Innovazione. “Il punto è che se si domanda in giro, nessuno è contrario all’innovazione, ma poi, man mano che si va anvanti nelle fasi del progetto, alcune parti vengono tagliate e diventa un ‘progetto di conservazione’ – ha concluso – una pattuglià dell’innovazione, composta da Camere di Commercio, Università e Unione degli industriali delle cinque città campane è già stata formata. In questo modo si potrà effettivamente passare dalle idee ai fatti”.

 

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