Cinquanta operai del reparto logistico Fca di Nola (Napoli), hanno presentato ricorso contro l’azienda per “uso arbitrario e discriminatorio delle sospensioni di cassa integrazione, ed omessa rotazione dei circa 300 addetti dell’unità produttiva”, sottolineando “l’illegittimità del comportamento datoriale in violazione, tra l’altro, del principio di uguaglianza”. E’ quanto rendono noto dallo Slai Cobas di Pomigliano d’Arco, annunciando due diversi ricorsi presentati stamattina dai legali del sindacato di base al Tribunale del Lavoro di Nola. Nei ricorsi gli operai accusano l’azienda di “discriminazione” e impugnano gli accordi firmati negli ultimi anni da sindacati e vertici aziendali di Fca, facendo presente che “le gravi violazioni di legge denunciate non possono essere sanate dal sopraggiungere di elusivi ed accondiscendenti accordi sindacali”. “Le modalità concordate in sede di accordi sindacali intervenuti a procedura già iniziata – sottolineano dallo Slai Cobas citando recenti sentenze della Corte di Cassazione – non possono soddisfare l’essenziale esigenza di consentire, non solo alle organizzazioni sindacali di confrontarsi sul punto, ma anche ai lavoratori coinvolti nella procedura di verificare se l’utilizzo della CIGS sia coerente al programma di superamento della crisi adottato e, quindi, di consentire la tutela della loro posizione individuale, nella sostanza controllando il potere del datore di lavoro”.