Niente cadmio e piombo nelle patate coltivate in alcuni campi ‘controllati’ ad Acerra (Napoli) per il decreto legge sulla Terra dei fuochi: è quanto emerge nelle analisi fatte dall’azienda sanitaria su quattro campi di patate, commissionate dagli agricoltori dell’associazione Ari.Amo per poter commercializzare i prodotti in piena sicurezza, senza attendere le lungaggini burocratiche che rischiavano di far andare persi i prodotti. Un rischio che gli agricoltori conoscono bene, e che negli ultimi mesi sta provocando danni su danni in alcuni terreni agricoli della cittadina. Quattro i campi analizzati a maggio dall’azienda sanitaria, dei nove che il decreto ha stabilito a rischio: ”Sono gli unici coltivati – spiegano dall’associazione – e ci siamo accollati i costi per poter andare avanti, e non restare fermi al palo mentre i nostri prodotti marciscono”. Un problema, quest’ultimo, che nei mesi scorsi ha creato danni a tanti agricoltori, tra i quali Angelo Iazzetta, che lo scorso gennaio ha perso 18mila euro per l’allarme che si era creato attorno al suo campo di cavolfiori. ”Sono arrivate le tv – spiega l’agricoltore – hanno inquadrato un cavolo che era stato calpestato dal trattore, e hanno mandato in fumo il mio raccolto, in quanto l’acquirente dei moggi di cavoli si è tirato indietro, ed io ho perso cavoli e soldi. Avevo fatto fare le analisi, dalle quali è poi emerso che i prodotti erano sani e potevano essere commercializzati. Nel frattempo i cavoli sono marciti, ed io ho perso 18mila euro, il 70 per cento dei quali servivano solo a coprire le spese effettuate per la semina, il personale impiegato, il mantenimento del raccolto. Insomma, tutto in fumo. E chi mi ripaga? Nessuno, perché non siamo tutelati da nessuno”. Come Angelo altri agricoltori lamentano la perdita dei raccolti, ed ora ribadiscono l’appello affinchè qualcuno li tuteli.

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