Se fosse dipeso dall’amministrazione comunale di Orta di Atella all’economia agricola locale sarebbe stato inferto un colpo letale. Per fortuna, grazie all’intervento della Coldiretti Caserta, si sta tentando di impedire la realizzazione di un mega impianto fotovoltaico devastante per uno dei più importanti comparti produttivi del territorio. La maxi struttura dovrebbe sorgere su alcuni terreni agricoli di Orta di Atella, Succivo e Gricignano. A differenza dei comuni guidati rispettivamente dai sindaci Salvatore Papa e Vittorio Lettieri, che non hanno concesso il via libera alla Duferco Sviluppo, l’amministrazione targata Antonino Santillo ha detto sì al progetto presentato lo scorso 30 luglio dalla ditta. Una decisione fortemente contestata dalla Coldiretti e dagli agricoltori. E proprio in seguito alla ferma contrarietà della Confederazione dei coltivatori diretti Santillo e company sono stati indotti a correre ai ripari. Meglio tardi che mai, si potrebbe dire. Ma in questi casi la tempistica assume un ruolo decisivo. Aver dato in mano alla Duferco Sviluppo l’asso dell’autorizzazione all’intervento rende le cose più complicate. E potrebbe spinare la strada alla costruzione del mega impianto di pannelli fotovoltaici sui suoli agricoli locali.
Nel frattempo, fa sapere su Fb la Coldiretti Caserta, il comune di Orta di Atella ha sospeso le attività della ditta in attesa di verificare se la richiesta di installazione dell’impianto fotovoltaico è in linea con quanto previsto dalle normative vigenti. Lo stop è arrivato dopo l’opposizione della Duferco Sviluppo alla richiesta della Confederazione provinciale di accesso agli atti, finalizzata a valutare se il terreno individuato dalla ditta sia di interesse agricolo. “I continui rifiuti ai nostri tentativi di verifica – spiega il direttore di Coldiretti Caserta Giuseppe Miselli – hanno spinto l’amministrazione comunale ad avviare un provvedimento di verifica dei pareri rilasciati alla Duferco Sviluppo Spa. I responsabili aziendali sono stati convocati per il prossimo 25 febbraio ed intanto non possono continuare le attività sul suolo. Non siamo contrati al fotovoltaico – osserva Miselli – ma la salvaguardia dei terreni agricoli viene prima di ogni altra cosa. Continueremo a vigilare su queste attività affinché non vada sprecato neppure un metro quadrato di suolo”.
Mentre la Coldiretti Caserta sta svolgendo a pieno il suo compito, la “nuova” maggioranza non ha ancora preso una posizione chiara sul piano politico e amministrativo. A quanto pare non tutti la pensano allo stesso modo. Per motivi facilmente intuibili alcune forze consiliari sarebbero favorevoli all’impianto fotovoltaico. La struttura dovrebbe sorgere su un terreno di proprietà di una nota famiglia imprenditoriale di Orta di Atella. Si tratterebbe di un affare milionario. E quando si tratta di soldi anche il futuro del settore agricolo può essere sacrificato per fare gli interessi dei soliti noti a discapito dell’economia locale. Invece di chiedere la convocazione dell’assise per modificare lo statuto prevedendo l’assegnazione delle deleghe ai consiglieri (completamente inutili), i dieci esponenti della “nuova” maggioranza avrebbero dovuto insistere per un civico consesso monotematico su una questione che investe un comparto importate per il tessuto economico della città.
Per dovere di cronaca va rimarcato che il consigliere Pasquale Lamberti, imprenditore agricolo e iscritto alla Coldiretti, si sta battendo con tutte le sue forze per impedire la nascita dell’impianto fotovoltaico. Purtroppo il suo intervento non è stato immediato perché non era stato informato dell’autorizzazione del comune. E qui sorge un dubbio che avvalora l’ipotesi che nella maggioranza non tutti remino nella stessa direzione: come è possibile che un consigliere comunale, peraltro non uno qualunque ma uno come Lamberti esperto della materia, non sia stato messo a conoscenza di un progetto così impattante per il territorio? Gatta ci cova? No, ci covano scimpanzé e cervi che però non si cibano di crocchette. Vanno pazzi per le torte, perciò chiedono sempre le fette più grandi. Sono bestie fameliche.
Mario De Michele