Il Comitato salute e vita ha presentato il ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo con sede a Strasburgo tramite gli avvocati amministrativisti Franco Massimo Lanocita e Federico Acocella. Il contenuto verrà presentato venerdì nel corso di una conferenza stampa. In particoalre gli avvocati, presenti alla conferenza con il presidente dell’associazione Lorenzo Forte, porteranno a conoscenza della stampa i motivi del ricorso in merito alle gravi sentenze del T.A.R. e del Consiglio di Stato, nello specifico relativamente alla richiesta di revoca dell’A.I.A. – Autorizzazione Integrata Ambientale – concessa per altri dodici anni alle Fonderie Pisano, in quanto si ipotizza, da parte degli avvocati, una serie di violazioni dei diritti fondamentali previsti dalla Corte europea da parte dei collegi giudicanti. Nello specifico, verrebbero meno “il diritto dell’associazione e delle persone che essa rappresenta alla tutela dei diritti e delle libertà enunciati nel titolo primo della C.E.D.U. (articolo 1): il diritto alla vita (articolo 2), alla libertà e alla sicurezza (articolo 5), il diritto al rispetto della vita privata e familiare e alla protezione della salute (articolo 8) e della proprietà (articolo 1 Protocollo addizionale Parigi) e ciò è avvenuto tramite la violazione degli articoli 6 e 13 C.E.D.U.”. Mentre, nel 2019, ben 153 sono stati i ricorrenti della Valle dell’Irno che hanno rivolto le proprie doglianze alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (la sentenza dovrebbe arrivare entro fine 2023), stavolta ci siamo rivolti all’Europa in qualità di associazione “Salute e Vita” per ottenere quella giustizia negata nel nostro Paese. Certi che questo sia l’anno della svolta, ancora una volta non ci arrendiamo di fronte a quella che è, a nostro parere, una palese ingiustizia da parte del sistema giudiziario italiano.

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