Il post-Covid sembra finalmente alle porte. Lo è già, almeno nei dati del mondo del turismo, che trasmette segnali positivi a febbraio. Ma bisogna agire per evitare l’emorragia di visitatori in città a Pasqua (avvenuta l’estate scorsa, per esempio, in favore di Grecia, Malta e Spagna). Dopo svariati annunci illusori sulla fine del regime del virus, alla fine del mese prossimo dovrebbe venir meno lo stato di emergenza dichiarato dal governo Conte il 31 gennaio 2020. Palazzo Chigi, infatti, è orientato a non prorogarlo. La ripresa dei viaggi verso l’Italia passa anche attraverso due decisioni importanti: l’eliminazione della quarantena per gli extra ue e i voli liberi per i vaccinati Ue. Come impatterà la “liberazione dalle restrizioni” sul turismo, volano dell’economia partenopea? Innanzitutto, le associazioni di categoria invocano un piano marketing: «I turisti non cadranno a pioggia come nel pre-Covid, la mentalità è cambiata. Servono più servizi dicono da Abbac». In città, la metro di Linea 1 è in crisi nera, c’è un solo infopoint fisso e mancano bagni pubblici. «Si acceleri sulla card unica Napoli-Firenze proposta da Nardella – argomenta Antonio Izzo, presidente di Federalberghi Napoli – L’idea va attuata prima possibile, per promuovere le due città soprattutto nei paesi extra Ue». Domenica, Manfredi e Nardella ne parleranno a Firenze. Si punta al gran ritorno del turismo internazionale per la prossima Pasqua (17 aprile). Anche per questo, oggi a un cliente straniero basta un Green pass base per accedere in albergo (mentre a un italiano occorre il Super pass). Ma «Grecia e Spagna sono in anticipo sulla caduta delle restrizioni – avvisa Izzo – e sono già sold-out a Pasqua. La riapertura qui è più lenta. Lo stesso avvenne l’estate 2021 con l’introduzione del certificato verde: allora il turismo italiano perse quota rispetto a Spagna, Malta, Grecia e i diretti competitor che si mossero prima stilando un piano di regole chiaro». Stando ai numeri di Federalberghi Napoli, a febbraio l’occupazione camere negli hotel partenopei è stato del 52%, peggiore del 65% del 2019 e con una differenza di fatturato acuita dal calo prezzi. Il dato però assume luce positiva se paragonato al 2021, in cui l’occupazione camere di febbraio era praticamente a zero. Quanto alla Pasqua, nel pre-Covid gli alberghi erano pieni al 90%. La proiezione del 2022 si aggira intorno 70%. «Speriamo di poterla promuovere al meglio, quanto prima – aggiunge Izzo – Si programmi per competere con Grecia e Spagna, che hanno norme meno rigide per il Green pass. Un primo passo potrebbe essere il riconoscimento in Italia dei vaccini oggi non ancora approvati dall’Ema: permetterebbe al mercato asiatico di muoversi senza quarantene o tamponi. Giapponesi e statunitensi sono nazionalità tra le più presenti in città e, oggi, sono praticamente assenti, proprio per le norme stringenti in vigore. Anche l’eliminazione dell’obbligo di mascherine, se la situazione lo consentirà, potrà aiutare il turismo».
Le criticità non mancano a Napoli. Carenza di infopoint, servizi, bagni o trasporti pubblici: aspettando i nuovi treni, in banchina sulla Linea 1 si possono aspettare anche 26 minuti. Si tira avanti per ora col turismo di prossimità, che genera meno indotto rispetto a quello internazionale. Sono quasi tutti italiani – fa sapere Abbac – coloro che hanno già prenotato per la Pasqua. Le prenotazioni sono al 20%, considerando circa 1000 strutture sul territorio della Città Metropolitana. «C’è speranza di ripartenza – dice Agostino Ingenito, presidente di Abbac – Ma serve un cronoprogramma preciso. E poi abbiamo chiesto alla Regione di allinearsi con Roma. Basta con restrizioni più severe solo per la Campania. Danneggerebbero la ripresa del turismo a Napoli. Spero in una convocazione delle categorie in cui Regione e Comune ci spieghino come funzioneranno la campagna promozionale e le strategie per il ritorno dei flussi aerei. Sono stati erogati 2,5 milioni di fondi Poc, (che la Regione stanzia per l’organizzazione di eventi). Il Comune di Napoli, per non perderli, ha organizzato all’ultimo momento l’evento di San Valentino con le municipalità. Non abbiamo notizie dall’Agenzia Regionale del Turismo, che dovrebbe provvedere agli spot. Senza contare la crisi della Scabec. Il turismo post-pandemico non arriverà a pioggia come nel pre-Covid. Serve un piano per attirare le compagnie aeree e visitatori da Francia, Germania e Nord Europa, che ci hanno garantito grandi flussi negli ultimi anni. A Napoli mancano servizi basic: bagni pubblici, infopoint, cui si aggiunge la crisi della mobilità. Ci siamo impegnati ad animare le casette in piazza Garibaldi, dopo la chiusura per degrado dell’ufficio al Plebiscito. In città c’è un solo infopoint, a piazza del Gesù. Gli altri sono chiusi o mobili. Sulla tassa di soggiorno, chiediamo al Comune: in che modo sarà vincolata al turismo? Siamo fiduciosi, ma serve un piano: il turista post-pandemico vorrà più garanzie. Serve un tavolo di coordinamento tra strutture ricettive, musei e Comune. L’idea della card unica lanciata da Nardella è invitante. Il gemellaggio con Firenze sarebbe una grande opportunità».