di Pasquale Iorio*
Lo straordinario risultato delle ultime elezioni comunali rilancia con forza una nuova prospettiva politica di cambiamento per il futuro del nostro Paese, in cui il PD e le forze progressiste possono giocare un ruolo da protagonista. Ciò è legato a due condizioni di fondo: da un lato, un radicamento del partito con le forze sociali e produttive del territorio; dall’altro, la visione di un progetto di governo legato ad una forte leadership espressa dai vari candidati sindaci, rappresentativi ed espressione di forti valori. Ancora una volta in Provincia di Caserta siamo andati in controtendenza rispetto ai dati nazionali.
Il PD ed anche le altre forse di sinistra sono scomparsi dallo scenario politico ed amministrativo. Dopo il disastroso esito delle votazioni alle politiche, ancora un altro risultato più che deludente si è registrato nel voto dei vari comuni (con alcune sconfitte pesanti come a Maddaloni, Marcianise, Roccamonfina e Teano). Anche a seguito di una gestione inadeguata del PD negli ultimi anni abbiamo assistito ad un fuga – quasi un ritrarsi – dalla vita politica attiva di tante persone impegnate (soprattutto dei giovani).
Con il movimento dei grillini sembrava emergere una spinta al rinnovamento, che invece già si è affievolita. Cresce la rabbia e l’indignazione di fronte all’acuirsi della crisi economica e sociale. In molti casi non esiste nemmeno più la speranza di poter cambiare, di poter pensare ad un futuro diverso. Di fronte a questa situazione mi sono chiesto: cosa fanno le forze della cultura e le varie associazioni attive sul nostro territorio? Va detto che la rete del mondo del terzo settore e del volontariato è oggi un protagonista attivo delle battaglie per un riscatto sociale, civile e culturale di Terra di Lavoro.
Ma questo non basta se non si accompagna ad un radicale rinnovamento della vita politica e delle istituzioni, se non cresce una nuova cultura di governo a tutti i livelli. Per fare questo occorrono due condizioni di fondo: la prima sta nella crescita di una nuova classe dirigente, fondata su competenze e su valori saldi (come quelli dell’eguaglianza, coesione sociale e della solidarietà tra generazioni, capace di valorizzare il ricco patrimonio di beni ambientali, storici e culturali). A tal fine è indispensabile un impegno diretto delle migliori energie culturali ed intellettuali, a partire da quelle del mondo della ricerca e dell’università; da quelle dei vari talenti ed artisti nati in queste terre e famosi in tutto il mondo; da una imprenditoria capace di essere competitiva sui mercati ma anche attenta all’etica del lavoro e della finanza per uno sviluppo ecosostenibile.
Contrariamente a quello che affermò un ex ministro, con la cultura “si mangia”, con la conoscenza si può creare sviluppo ed occupazione. La seconda sta nel ruolo della scuola che deve fornire le basi per un sapere critico nei giovani, ma anche per una educazione alla cittadinanza ed alla vita democratica per una partecipazione attiva, responsabile e consapevole, per imparare ed apprendere sempre lungo tutto il corso della vita. Per realizzare questi obiettivi bisogna cambiare e rifondare radicalmente il modo di funzionare dei partiti (a cominciare dal PD), che rimangono ancora chiusi nei vecchi schemi della lotta interna per correnti o per scontri elettorali – come è accaduto nelle ultime primarie per le politiche.
Occorre cambiare rotta, metodo e regole di vita interna per ripartire dai programmi, dal confronto sui contenuti: come afferma Stefano Mollica nel suo editoriale sulla newsletter www.aislo.it, il partito deve essere capace di promuovere una “mobilitazione cognitiva”, diventare una “palestra” di confronto tra idee, programmi e progetti (a partire da quelli più urgenti e drammatici che condizionano il nostro territorio: la lotta alla camorra per affermare la cultura della legalità democratica, salvare e bonificare l’ambiente dai disastri dei rifiuti e delle cave, politiche attive per il lavoro e per servizi sociali ai più deboli).
In tal senso l’Assemblea convocata per lunedì 17 giugno può essere una occasione da non sprecare per ricostruire in profondità le basi di una rinascita della vita politica e democratica in Provincia di Caserta. Con il contributi di tutti si può provare a dare vita ad un confronto serio senza gli assilli di schieramento o elettoralistici. Per rilanciare un percorso virtuoso si potrebbe anche provare ad organizzare un Forum politico per aree tematiche delle forze progressiste – a partire dagli stati generali per la cultura – come contributo ad una fase congressuale e di scelta dei nuovi gruppi dirigenti per rilanciare anche in Terra di Lavoro un partito veramente democratico e di sinistra.
*Vicepresidente Aislo
Rete Le Piazze del Sapere