di Vincenzo Viglione Dunque. Fino all’episodio della cosiddetta “tagliola”, utilizzata dalla Presidente della Camera, Laura Boldrini, per troncare la discussione messa in piedi dal MoVimento 5 Stelle come ostruzionismo al decreto IMU-Bankitalia, quasi nessuno si è preoccupato di capire cosa contenesse il disegno di legge con cui è stato poi convertito il decreto contente: l’abolizione della seconda rata dell’IMU 2013, la ricapitalizzazione della Banca d’Italia per 7,5 miliardi di euro, e il terzo aumento in 4 mesi delle accise sui prodotti alcolici.


Pochi o pochissimi si sono preoccupati del fatto che a beneficiare di questo provvedimento, e quindi dell’eliminazione della seconda rata dell’IMU, sono stati sostanzialmente i proprietari delle abitazioni di lusso il cui valore dell’IMU superava le detrazioni che invece hanno consentito alla stragrande maggioranza dei proprietari di prima casa (non di lusso) di non pagare per niente. Gli stessi proprietari, questi ultimi, che per un macabro gioco di annullamento e rimescolamento di tributi sulla prima casa pagheranno la quota prevista dalla nuova TASI.

Una manovra, quella messa in piedi dal Governo a guida PD per ingraziarsi qualche cittadino distratto, di chiara ispirazione berlusconiana, come quella che nel 2008 consentì al “cavaliere condannato” di assestare il colpo di grazia dell’eliminazione dell’ICI ad un agonizzante Romano Prodi nel salotto televisivo di vespiana memoria.

Pochi, pochissimi, ma diciamo pure nessuno, si è preoccupato del colpo basso con cui nello stesso provvedimento è stata infilata la norma con cui il Governo ha dato il benestare a una regalia da 7,5 miliardi di euro a favore degli istituti bancari e di assicurazione, soci di Bankitalia, che dal prossimo anno potranno incamerare notevoli incrementi di capitale derivanti da dividendi decisamente più corposi e dalla necessità di vendere (a Bankitalia) le quote in eccesso rispetto al tetto massimo disposto dalla stessa norma.

Un gioco, questo autorizzato dall’Esecutivo, che al di là di tutte le possibili polemiche pone un unico interrogativo: che necessità c’era di fare un’operazione del genere, diversa da quella di mettere un po’ di soldi nelle casse di enti “amici” che dopo le loro mirabolanti acrobazie finanziarie si sono ritrovate miseramente col culo per terra? E qui ritorna vagamente in testa il metodo salva Montepaschi.

Nessuno, e su questo possiamo stare sicuri, si è messo a fare le pulci sulla norma circa l’aumento delle accise sugli alcolici che dovrebbero finanziare interventi a sostegno dei beni e attività culturali e del turismo, ma che invece sono puntualmente sperperati nel canale dei contributi erogati agli amici e amici degli amici, per organizzare la festa “tradizionale” del caciocavallo di Pollena Trocchia.

Tutti però, con estrema puntualità si sono precipitati a fare i bacchettoni sul comportamento dei parlamentari del MoVimento 5 Stelle che dopo la decisione della Boldrini di chiudere anzitempo la discussione sul decreto e procedere alla votazione finale sulla conversione, il tutto in meno di due minuti, hanno deciso di occupare i banchi del Governo per manifestare il loro dissenso.

Infinite le polemiche che ne sono seguite, tutte incentrate attorno al comportamento dei parlamentari del 5 Stelle, definiti a più riprese fascisti, squadristi, eversivi. Un turbine di dichiarazioni al quale hanno offerto un “gentile” contributo anche personaggi che normalmente la politica se la filano a malapena, e alle quali ha contribuito il fenomeno di turno che ha pensato bene di mettere “carta” al fuoco bruciando un libro di Augias nel proprio caminetto (profeta di un Warhol – ndr), ben coadiuvato dallo strascico di improperi seguiti alla genialata col quale in un post Grillo chiedeva cosa avremmo fatto se avessimo avuto la Boldrini in macchina. Bastava rispondere che da buon grillino si viaggia su mezzi pubblici e buonanotte.

A questo punto, dopo tutto il bailamme di questi giorni, speriamo che gli stessi professori del politically correct ci onorino anche di qualche giudizio di carattere politico o addirittura tecnico sulla portata delle scelte di Governo. Ma così, giusto per capire che sta succedendo.

 

Vincenzo Viglione

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