di Mario De Michele

La colpa è sempre degli altri. E ovviamente, anche per la mancata apertura del bocciodromo, Antonino Santillo e la “nuova” maggioranza si autoassolvono puntando l’indice contro il presidente della commissione Garanzie Statutarie Nicola Margarita. Una narrazione all’incontrario messa in campo da tempo dal sindaco ombra Gianfranco Piccirillo, nella speranza di prendere per i fondelli i cittadini, considerati talmente stupidi da credere, come se scendessero dalla montagna con l’anello al naso, a tutte le frottole disseminate a mezzo Fb dalla fascia tricolore. Una costante offesa all’intelligenza della popolazione. E questo tratto, cioè pensare che gli ortesi siano un gregge senza capacità critica, è l’aspetto più degradante della “nuova” squadra di governo. Da qui la sistematica strategia della bugia, il totale stravolgimento della realtà fino al punto più spudorato di addossare, dopo 20 mesi di mandato, la responsabilità dell’incontrovertibile fallimento amministrativo all’opposizione. È come se la Meloni dicesse che gli eventuali insuccessi del governo sono colpa della Schlein e di Conte. La premier verrebbe internata seduta stante. Anzi, si recherebbe di persona in una struttura specialistica per farsi curare.

Giuseppe Massaro

Ad Orta di Atella purtroppo si ripercorrono vecchie strade, quelle battute per anni da Piccirillo che, con una capacità diabolica, è riuscito mediaticamente a riciclarsi: da politico più vicino al dominus Angelo Brancaccio, con annessi benefici economico-imprenditoriali, si è trasformato nel più intransigente finto paladino della legalità. Poi le maschere sono cadute e la verità è apparsa in tutta la sua meschinità. Il “vero” sindaco ha tirato fuori dal cassetto degli attrezzi i soliti metodi infarciti di menzogna, con l’obiettivo di far apparire suo cugino Santillo la vittima di un fantomatico complotto demo-pluto-massonico internazionale. Ma per fortuna oggi Piccirillo è carta conosciuta. E Santillo è l’indiscusso carnefice di un’amministrazione allo sbando, con la complicità del “lider maximo” del team di governo Giuseppe Massaro. Insomma, le chiacchiere stanno a zero. I cittadini ne sono ampiamente consapevoli. Ergo, la strategia della bugia, ordita anche da Salvatore Del Prete “Magò”, altro esperto del settore, si sta rivelando un boomerang per Santillo e Massaro. Davvero pensano che i cittadini si bevano la panzana secondo cui la maggioranza ha fallito su tutti i fronti per colpa dell’opposizione? Dai, passiamo oltre. Come detto, sarebbe oltraggioso per gli ortesi.

Antonino Santillo, Valeria Vellone e Salvatore Sciaudone

L’altra brutta faccia della medaglia della “nuova” maggioranza si è palesata nel metodo antidemocratico dell’eliminazione degli avversari con ogni mezzo e senza pietà. Per la serie: “Chi non la pensa come noi va massacrato”. E dire che la lista presentata da Santillo era denominata Orta Democratica. Non osiamo immaginare cosa sarebbe successo se si fosse chiamata Orta Dittatoriale. Basta un breve recap per ricapitolare i mesi del terrore. Lo scorso 9 gennaio l’ex sindaco Andrea Villano è stato revocato perché Orta al Centro aveva chiesto ufficialmente la cacciata della ditta italo-ucraina Ge.Fin.Pa, di proprietà di Svitlana Vasechko, beneficiaria di un appalto diretto da 30mila euro, del consulente della società Salvatore Sciaudone e della funzionaria a scavalco Valeria Vellone (voluta da Santillo). La triade di Falciano del Massico di cui Italia Notizie ha ampiamente trattato con una dettaglia inchiesta basata esclusivamente su documenti ufficiali. E intanto fioccano gli esposti alla magistratura (clicca qui).

Il consiglio “sciolto”

In seguito alla revoca di Villano si è dimessa dalla giunta Florentia Lamberti, anche lei di Orta al Centro. Al loro posto sono entrati nell’esecutivo l’aversano Luigi Macchia, che lavora con Massaro, e la nolana Elvira Caccavale, indicata da Ciro Palladino, eletto nella lista di Orta al Centro. Una spedizione politico-punitiva per dare una lezione all’ex fascia tricolore Andrea Villano, il quale nei giorni successivi è stato bersagliato per essere stato “sciolto” per camorra nel 2019 da quelli che un minuto prima erano i suoi alleati. Chi lo ha accusato? Proprio quelli “sciolti” assieme a lui. Senza dimenticare che tra gli “sciolti” figura Massaro e rimarcando che Santillo è stato candidato a sindaco proprio grazie allo “sciolto” Villano, oltre che, e qui siamo ben oltre il ridicolo, Macchia è stato assessore di quell’amministrazione fino allo scioglimento. Ma con la strategia della bugia si è tentato di far passare Villano come “più sciolto” degli altri. Perché? Per la logica del massacro degli avversari.

Gianfranco Piccirillo e Angelo Brancaccio in assise

A fine febbraio è toccato a Ferdinando D’Ambrosio. Fu indicato da tutti nel Comitato tecnico consultivo dell’Acquedotti. Dopo il passaggio all’opposizione di Fare Democratico per Orta Verde è stato revocato dal presidente Francesco Petrella per fare posto a Francesco Cirillo, padre della consigliera di ex Coraggio Anna Cirillo. Anche D’Ambrosio al massacro. Stessa sorte, ma con modalità differenti, per Eduardo Indaco che, per un errato calcolo politico o forse per mal posta fiducia personale, aveva puntato su Raffaele Lampano nonostante i suoi continui cambi di casacca. Ad inizio gennaio il consigliere comunale ha sottoscritto un documento durissimo contro Santillo e l’amministrazione, assieme alle omologhe Giovanna Migliore e Imma Liguori di Svolta Civica. Dieci giorni dopo ha indossato un’altra maglietta formando un gruppo a tre con i funambolici Gennaro Colella e Tiziana Dirasco. Come mai? Nel frattempo il sindaco si era recato a casa dello zio per riportare Lampano a più miti consigli. E l’offensiva contro Indaco è andata a buon fine. Ma è ancora politica o si tratta di altro? Abbiamo scoperto (foto alla mano) che nei giorni antecedenti all’assise decisiva sugli strumenti contabili Lampano e Colella erano in servizio presso un cantiere di Succivo della ditta di Massaro. Si scrive politica, si legge lavoro. Torniamo al bocciodromo. E riecco la logica del gioco al massacro. In qualità di presidente della commissione Garanzie Statutarie, Margarita ha accusato via social sindaco e maggioranza per la mancata apertura della struttura. Santillo ha immediatamente risposto a mezzo Fb: “Si procederà all’azzeramento dell’attuale Commissione Garanzie Statutarie, oggi non più proporzionata ai gruppi consiliari, e alla nomina di nuovi componenti e, quindi, di un nuovo Presidente”.

Antonio Sorvillo, Ferdinando D’Ambrosio e Nicola Margarita

Ma che risposta è? Ma che modo è di rapportarsi a un consigliere democraticamente eletto dal popolo? Ma cosa sta accadendo a Orta di Atella? Si sta affievolendo l’agibilità politica. Imperversano i mesi del terrore. Un clima giacobino mai visto prima. Nemmeno Brancaccio è arrivato a tanto. Lui, considerato il “padrone” di Orta, non ha mai cercato di azzerare la minoranza. A suoi tempi Piccirillo e Del Prete “Magò” hanno potuto dire di tutto e di più, facendo passare Brancaccio per il male assoluto e proponendosi come sua alternativa credibile, dopo decenni trascorsi alla corte dell’imperatore. Oggi invece si respira un brutto clima. Da un lato c’è una continua caccia alle streghe, dall’altro gli oppositori vengono puniti come untori o eretici da mandare al rogo. Attenzione, non è una preoccupazione astratta. Nel gioco al massacro sarà la città a finire stritolata, perché pur di restare al potere tutto diventa lecito. Anche il potere di amministrare con l’arma dell’intimidazione politica.

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