di Mario De Michele
Hanno proprio ragione quelli della maggioranza ad arrabbiarsi quando qualcuno evoca il manuale Cencelli. Per la spartizione delle poltrone della giunta hanno adottato il manuale Di Micco. Fresco di stampa. E pedissequamente seguito dal sindaco Vincenzo Gaudino. Il metodo del senatore ex 5 Stelle è molto semplice: meno voti hai preso alle elezioni, più posti di potere ti spettano. Basta alzare la voce di qualche decibel. Detto, fatto. Con appena due consiglieri comunali la lista Orta in Movimento è quella meglio rappresentata nello scacchiere di governo. Chapeau a Di Micco. Ha piazzato alla presidenza dell’assise e nell’esecutivo due suoi fedelissimi: Antonio Carbisiero e Saturnino Di Benedetto. C’è da brindare. Anche Città Visibile si è stabilita nei piani alti e più confortevoli del Palazzo: Vicenzo Tosti vicesindaco, Marilena Belardo assessore. En plein. È amaro il calice per i Democratici e Riformisti. Con una pattuglia di 5 consiglieri sono stati costretti ad accontentarsi di una sola poltrona. È andata a Eugenia Oliva. Un nome di qualità, va detto. Ma un po’ pochino per la forza di maggioranza relativa che ha aperto la crisi politica nella speranza di portare a casa due assessorati e la guida della società Acquedotti. Quello uscito peggio dal tunnel è Gaudino. Pensava di fare scacco matto con la mossa delle (finte) dimissioni. Si è ritrovato imbrigliato in una matassa difficilmente districabile se non fosse stato per l’intervento risolutivo di Gennaro Oliviero. Durante i giorni della tempesta al primo cittadino è scappato di mano il timone dell’imbarcazione. Ha perso la bussola. Ha detto e fatto tutto e il contrario di tutto. A chiacchiere la crisi sarebbe stata affrontata e risolta in seno al consiglio comunale in nome della trasparenza. Nella pratica ha completato la giunta dopo una serie di riunioni carbonare. “Le parole sono importanti”, direbbe Nanni Moretti. Ma Gaudino probabilmente non ha guardato Palombella Rossa. La coerenza del sindaco è crollata come un castello di carta. L’indice di gradimento ha raggiunto il sottosuolo. Ora è chiaro a tutti che il sindaco è ostaggio di Orta in Movimento e di Città Visibile. Si leccano le ferite pure Gianfranco Piccirillo e Antonino Santillo. Per ora hanno passato la mano. Più in là sicuramente torneranno alla carica. A Gaudino servirà un’altra operazione San Gennaro. Ci sarà? Probabilmente no. Se Sparta piange, Atene non ride. È venuta a galla la frammentazione dell’opposizione. Ognuno è andato per la propria strada. Quando invece sarebbe servita unità e sagacia politica. Si è assistito invece alla “prematura scomparsa” di Gianfranco Arena e alla balcanizzazione delle forze di minoranza. Qualcuno ricorderà il magnifico brano di Battiato “Povera Patria”. Calza a pennello alla classe dirigente ortese. E mentre la politica litiga, i problemi della gente restano nelle sabbie mobili di un’amministrazione comunale finora fallimentare su tutti i fronti.