di Mario De Michele
Di solito non comunico mai “urbi et orbi” la decisione di rivolgermi alla magistratura. Ritengo che le denunce vadano presentate, non annunciate. Ma l’offensiva ai miei danni da parte di una fetta dell’amministrazione comunale di Orta di Atella e di alcuni suoi seguaci non può restare un fatto privato. È di una gravità inaudita e senza precedenti. Credo quindi giusto mettere a conoscenza dei lettori e dei cittadini episodi inquietanti che mirano a limitare la mia attività giornalistica, con il chiaro obiettivo di imbavagliarmi sul piano professionale e di ricattarmi sotto il profilo personale. Spetterà alle autorità competenti pronunciarsi sull’accaduto, ma la concatenazione temporale di alcune uscite social è quanto meno inquietante. Mi limito a riportare i recenti accadimenti. Lo scorso primo aprile, il presidente dell’assise Giuseppe Massaro, a commento di un mio articolo postato sul mio profilo Fb e sul gruppo “Orta di Atella”, ha pubblicato una foto ritraente un titolo di giornale su una vicenda giudiziaria in cui sono stato coinvolto 5 anni fa con la scritta: “Per non dimenticare” (foto in basso). Niente di nuovo, dunque. Si tratta di fatti per i quali ho deciso di pagare il mio conto con la giustizia. E soprattutto di vicende che con l’attività giornalistica non hanno nulla a che vedere. Anzi, in sede di indagini, gli inquirenti attestarono una verità inconfutabile: “Mario De Michele non ha mai scritto un solo articolo a favore di politici, amministratori o persone di potere, li ha sempre fortemente criticati e bacchettati”. Una medaglia al petto che mi fu riconosciuta “illo tempore” anche dall’Ordine dei giornalisti. Stranamente il Massaro che non vuole dimenticare ha invece dimenticato che nel nello stesso periodo, ovvero nel 2019, era consigliere di maggioranza dell’assise sciolta per camorra. Non fa nulla. Acqua passata.
In ogni caso, per eccesso di scrupolo, riconfermo ancora una volta di aver sbagliato e di aver pagato giustamente per i miei errori. Non senza sforzi mi sono ripreso e mi sono impegnato per continuare a svolgere l’unico mestiere che, seppure in modo mediocre, so fare, quello di giornalista. Chi mi conosce sa che odio il vittimismo, ma devo ammettere con rammarico che essere ancora oggi additato per vicende datate e superate mi crea disagio, non per le accuse in sé ma perché provengono da pezzi delle istituzioni e della politica che dovrebbero utilizzare le leve del diritto ricorrendo, qualora lo reputino opportuno, all’istituto della querela, non a quelle dello sciacallaggio social. E poi mi chiedo e vi chiedo: l’uomo e il giornalista Mario De Michele per quanto altro tempo devono ancora pagare? Condannare a “fine pena mai”, quindi a morte, una persona tramite il dileggio Fb è il segno della perdita di ogni barlume di umanità. In primis, le persone sbagliano, in secondo luogo, le persone cambiano, in terzo luogo, le persone si riabilitano. E soprattutto la loro vita, nel mio caso arrivata a 53 anni, non va giudicata per un singolo e sporadico episodio, ma nella sua interezza.
Ai post del presidente Massaro, che scaglia la prima pietra reputandosi senza peccato, seguono quelli di Umberto Maiello, pubblicati nella tarda serata del 2 aprile, cioè un giorno dopo (foto in basso). Anche l’esponente di Orta Viva, assiduo frequentatore degli uffici comunali e considerato fedelissimo del vicesindaco Pasquale Pellino, si prende la briga via social di ricordare vicende già note a tutti. Con un’aggravante di cui risponderà in tribunale. Ed ecco il motivo per cui ne do notizia ai lettori e ai cittadini. Al termine del commento che mi riguarda si legge testualmente: “A chiunque voglia accusarlo, Maiello è pronto a rispondere con i fatti e la trasparenza. Direttore carissimo, (rivolto al sottoscritto, ndr) scrive Maiello: puoi continuare ancora, ti mostrerò dell’altro e danneggerò la tua d’immagine, come tu fai con tutti e credimi che ho più tempo da perdere che tu non immagini, scriverò chi ti passa le notizie, chi sono i tuoi ideatori, chi sei, con tanto di foto, scriverò ogni giorno”. Affermazioni che porterò al vaglio della magistratura, con una denuncia che presenterò al massimo tra domani e dopodomani, per il chiaro tenore minatorio e ricattatorio. Infatti è facilmente desumibile una probabile attività di dossieraggio a mio carico, già svolta in passato e che proseguirà in futuro. A mio avviso si è toccato il fondo. Da oggi mi rivolgerò sempre e immediatamente all’autorità giudiziaria per denunciare l’azione intimidatoria in atto, querelando anche i titolari di profili Fb veri o falsi che con commenti denigratori alimentano questo clima di minacce e ricatti. Chi spera con mezzi illeciti di fermare Italia Notizie perde tempo. Chi commette gravi reati ne risponderà nelle aule di giustizia. Chi vuole sguazzare negli intrallazzi operando indisturbato non avrà tregua. Adirerò le vie legali anche contro un gruppo di consiglieri comunali per le farneticanti dichiarazioni rilasciate a un giornale online senza nemmeno sapere di cosa parlassero. Probabilmente non hanno letto un mio pezzo o non lo hanno ben compreso, nonostante fosse scritto nell’idoma italico.
Consentitemi un’ultima considerazione. Gli amministratori locali e i politici dovrebbero rispondere nel merito ai miei articoli, ponendosi una semplice domanda: il contenuto è vero o falso? Ciò che vi è scritto corrisponde alla realtà oppure è inventato? La documentazione puntualmente allegata è ufficiale o farlocca? Ecco, in base a questi elementi dovrebbe essere giudicata la bontà del lavoro giornalistico. In base a questo si valuta se Mario De Michele è un buon giornalista oppure un ciarlatano. Gli ultimi episodi confermano che gli “interessati”, non potendo andare nel merito per difendersi o replicare, si affidano a metodi vergognosi e fuorilegge.
Umberto Maiello merita una nota a margine. Ha avuto modo di conoscermi sia personalmente che professionalmente. Nel 2022, ossia due anni dopo le vicende giudiziarie che oggi mi rinfaccia, quindi note a tutte, incluso a lui, mi contattò per uno speciale video in occasione dell’apertura del suo panificio a Sant’Arpino. Attesi due ore davanti al locale perché era impegnato per motivi di lavoro a Marcianise. Poi finalmente arrivò sul posto. Facemmo la video intervista con la copertura delle immagini che pubblicammo in un articolo su Campania Notizie, oggi Italia Notizie (link in basso). Maiello mi chiese quanto avrebbe dovuto pagare per il video e per l’articolo. Risposta del sottoscritto: “E perché? Ho fatto il mio lavoro, non mi devi nulla, peraltro sei un amico”. Lui aggiunse: “Altre testate in questi casi si prendono i soldi, allora grazie mille Mario”. Per ringraziamento la madre di Maiello mi offrì qualche prodotto tipico del panificio. Le risposi: “Signora, è gentilissima, sarà per un’altra volta”.
All’inizio del post incriminato Maiello scrive: “È giunto il momento di fare chiarezza su chi sono realmente Mario De Michele e Umberto Maiello, e soprattutto sulla trasparenza e onestà che li contraddistingue”.
A volte è proprio vero che l’ingratitudine umana è più grande della misericordia di Dio. Così va la vita. Purtroppo.
IL POST DI GIUSEPPE MASSARO

IL POST DI UMBERTO MAIELLO


LA VIDEO INTERVISTA A UMBERTO MAIELLO (2022)