di Mario De Michele

Mutuando il filosofo del “martello”, facciamo qualche considerazione attuale. Prima o poi, la forza dei fatti spingerà nello sciacquone le cretinate social di simil-amministratori alla disperazione e in preda ai fumi dell’alcol. Prima o poi, la narrazione lunare di un complotto interplanetario contro l’attuale squadra di governo finirà sullo scaffale impolverato dei libri fantasy. Prima o poi, le balle spaziali sul “bene di Orta di Atella” rimbalzeranno sul volto dei produttori mondiali di bugie. Prima o poi, gli interessi di bottega saranno contrassegnati da nomi e cognomi. Prima o poi, l’incapacità amministrativa provocherà un rigetto popolare da vomito incontrollato. Prima o poi, interverrà la magistratura per fare luce su appalti indecenti e provvedimenti scandalosi. Prima o poi, il vittimismo cointeressato cederà il passo alla verità degli atti osceni in luogo pubblico.

Nel frattempo poniamo un quesito filosofico. È semplice. Un ex consigliere comunale “sciolto” per camorra che invita a restare “sciolto” un ex sindaco, all’epoca dello scioglimento suo leader e “sciolto” durante la medesima amministrazione, secondo voi, sul piano strettamente teoretico, è un imbecille o un ebete? Per logica, entrambi. In questo caso il poliedrico soggetto condensa anche la cifra distintiva dell’idiozia, perché nell’amministrazione in carica, che l’imbecille-ebete appoggia, figurano consiglieri “sciolti” con lui e con lo stesso sindaco “sciolto”. E, sempre secondo voi, uno che è in simultanea imbecille, ebete e idiota può fare politica? Ad Orta di Atella sì. Ovviamente ancora per poco. Poi il popolo lo manderà a casa, assieme ai garzoni da bar, scrocconi e parassiti, che torneranno a lavare bicchieri e tazzine. Sempre per poco. Non sono abituati a lavorare. Amano rotolarsi tra le ghiande.

UNA BELLA FOTO RICORDO

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