di Stefano Graziano*

L’approvazione della legge regionale sul Servizio Idrico Integrato è passata in secondo piano rispetto all’increscioso atteggiamento tenuto dai consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle nel corso dell’ultima seduta, svolta, a causa loro, in un clima surreale. Ritengo, pertanto, doveroso provare a catalizzare l’attenzione su un provvedimento fondamentale perché per la prima volta si mette ordine in modo organico in tutti i comparti, dall’adduzione fino alla distribuzione. E mi rivolgo, innanzitutto, al popolo del referendum, a coloro i quali marciano sotto la bandiera dell’acqua pubblica che subito dopo il consiglio ci hanno accusato di aver calpestato la volontà popolare e di aver privatizzato l’acqua accentrando i poteri. Critiche pretestuose e mosse dal pregiudizio in quanto il testo rispetta a pieno il risultato referendario in quanto la governante del sistema sarà saldamente nelle mani del pubblico. La legge uscita dall’aula, che introduce anche aspetti perequativi e di solidarietà, oltre che di risparmio e di efficientamento, va proprio nella direzione opposta a quella sostenuta dai comitati. Essa, infatti, rispetta la specificità dei bacini idrografici riproponendo lo schema dei vecchi Ato ma soprattutto mira a creare un sistema di potere diffuso e decentrato grazie all’istituzione dei Consigli di distretto che, tra le varie competenze, esprimono pareri vincolanti, approvano il piano d’ambito distrettuale e definiscono la forma di gestione del servizio per la successiva approvazione da parte del comitato esecutivo. Gli organi periferici del tanto contestato Ente idrico campano che saranno composti da trenta sindaci. E lo stesso Comitato Esecutivo, cui abbiamo demandato il compito di adottare il Piano d’ambito regionale e le forme di gestione dei singoli ambiti distrettuali su proposta dei Consigli di distretto, nonché la formulazione di indirizzi al direttore generale dell’Eic, si compone di quindici primi cittadini scelti tra i componenti dei Consigli di distretto ai quali vanno aggiunti i cinque coordinatori d’ambito. Incarichi che verranno svolti a titolo gratuito, senza aggravio di spese per le casse pubbliche. E’ palese, dunque, che la responsabilità delle decisioni in materia di servizio idrico è affidata ai cittadini attraverso i propri rappresentanti istituzionali. Quei sindaci che rappresentano sempre più l’anello di congiunzione tra la gente e i livelli istituzionali superiori. E’ una legge dunque che applica a pieno i principi della democrazia rappresentativa contaminandoli con elementi di democrazia partecipativa. Un’altra innovazione delle legge, infatti, è l’istituzione di un Comitato consultivo. Comitati e associazioni saranno chiamati direttamente a monitorare la qualità del servizio, potranno partecipare all’elaborazione e aggiornamento della Carta del Servizio Idrico Integrato e formulare pareri e proposte ai Consigli di Distretto sugli atti di programmazione, sul rispetto degli standard fissati per la gestione del servizio. E’ un testo che fa fare alla Regione un passo in avanti, che darà una mano a risolvere gli squilibri e gli sprechi dell’attuale sistema, rivolgendo anche lo sguardo oltre il presente. E’ al futuro, al benessere delle prossime generazioni che una classe di governo lungimirante deve guardare, preoccupandosi di tutelare le risorse naturali e vitali come l’acqua. Noi lo abbiamo fatto.

*Presidente Pd Campania

Consigliere Regionale

 

 

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