La manovra di bilancio da 30 miliardi, la terza del governo Meloni, è arrivata in Senato per una seconda lettura, dopo l’approvazione della Camera. Ma sarà un passaggio puramente formale. Non ci sarà nessuna discussione e la votazione finale sarà su un testo blindato, pena l’esercizio provvisorio. Avviene così dal 2018, la discussione è ormai monocamerale e si chiude sempre con la fiducia. La commissione Bilancio del Senato non riprenderà i lavori fino alle 11 di domani. Le sedute previste per il pomeriggio del 23 dicembre e quelle della Vigilia di Natale sono state sconvocate. Secondo fonti parlamentari, il numero complessivo degli emendamenti delle opposizioni è di 800, suddivisi in circa 270 del Pd, altrettanti di Italia Viva, una novantina di Avs e tra i 150 e i 200 del Movimento 5 stelle. Non saranno discussi. La commissione non entrerà nel merito. Il testo dovrebbe approdare nell’aula di Palazzo Madama per le 14 di domani. È quindi probabile, spiegano sempre le fonti, che visti i tempi ristretti la commissione concluderà la seduta senza dare mandato al relatore e che verrà posta la fiducia, con il voto finale che dovrebbe arrivare intorno alle 14 di sabato 28 dicembre. “La sensazione è che siamo qui per una manovra arrivata morta, arrivata inerme”, dice il capogruppo dem Francesco Boccia che continua a chiedere, come fa da sei mesi, “un ddl di modifica delle modalità della legge di contabilità”. “Anche quest’anno, uno dei due rami del Parlamento viene mortificato e privato delle proprie competenze”, aggiunge il capogruppo del M5s Stefano Patuanelli che propone di correre subito ai ripari: “Abbiamo davanti un anno prima della prossima legge di bilancio, da gennaio se ne cominci a discutere”.
I contenuti della manovra
Le due misure più importanti della manovra sono anche una conferma: il taglio del cuneo e dell’Irpef vengono resi strutturali e il primo trasformato in taglio fiscale da taglio contributivo. Queste due proroghe insieme valgono quasi il 60% della legge di bilancio: 17 miliardi su 30. Il pacchetto fiscale prevede anche un taglio delle detrazioni Irpef, parametrate al numero di figli, per i redditi sopra 75 mila euro. La web tax varrà solo per le grandi aziende con ricavi sopra i 750 milioni. La tassa sulle criptovalute resta al 26%. Aumentano le tasse su giochi e scommesse. Migliorano i requisiti e gli importi per accedere ai due sussidi per i poveri (Adi e Sfl). Rinnovata per un altro anno la social card, “Dedicata a te”. Ripristinato il bonus bebè da 1.000 euro. Si allargano da due a tre mesi i congedi parentali all’80% dello stipendio. Le pensioni minime si alzano solo di 1,8 euro. Si potranno cumulare pensione pubblica e privata per i post-1996. Il bonus ristrutturazioni e l’ecobonus restano al 50% per le prime case, scendono al 36% per le seconde. Il fondo sanitario viene incrementato di 1,3 miliardi. Aumenta il canone Rai da 70 a 90 euro. Taglio di quattro punti all’Ires per le aziende che investono e assumono. Stretta contro l’abuso della Naspi.