Il sottosegretario leghista al Lavoro, Claudio Durigon, oggi ospite del Meeting di Rimini, anticipa il suo pensiero sul tema pensioni in un’intervista a ilSussidiario.net: “A mio avviso Opzione donna andrebbe rafforzata perché oggi risulta una misura poco efficiente e ha avuto scarso appeal. Quota 103, invece, visto anche lo scarso utilizzo, non penso possa rappresentare una forma ottimale di flessibilità in uscita”. E ha aggiunto: “Nei prossimi anni avremo sempre più lavoratori che andranno in pensione con il sistema contributivo e con assegni che saranno più bassi rispetto a quelli calcolati con il sistema retributivo o quello misto. Occorre, quindi, un meccanismo che incentivi l’investimento sulla futura pensione, tramite il secondo pilastro, che già abbiamo iniziato a integrare maggiormente col primo anche per il raggiungimento dei requisiti necessari all’accesso alla quiescenza”.
Sul tema pensioni il tema in discussione riguarda il bloccare l’aumento di tre mesi dall’aumento dell’età per la pensione, riuscendo a contenere l’impatto sui conti pubblici. In parallelo c’è uno scontro di cifre tra Ragioneria e Inps sull’argomento. L’Istituto di previdenza dice che ci vogliono 3-3,5 miliardi per sterilizzare l’aumento di tre mesi nei requisiti, previsto da Istat a partire dal primo gennaio 2027. La Ragioneria, guidata da Daria Perrotta, scommette su un numero molto più basso: 300-400 milioni. Tale da garantire la sua copertura nella prossima manovra. Le interlocuzioni sono in corso. E già molto vivaci. Se avesse ragione Inps, vista l’entità delle risorse da reperire e le ristrettezze dei conti pubblici, lo stop potrebbe slittare di un anno. All’ultima finanziaria del governo Meloni. Quella più importante perché affacciata sull’anno elettorale. Il ministero dell’Economia però non ha dubbi: «La sterilizzazione sarà in questa legge di bilancio».












