Superbonus al 90%, ripristinato anche sulle villette ma in questo caso legato al reddito e al quoziente famigliare. Reddito di cittadinanza affidato ai Comuni come mero strumento di sostegno alla povertà. Ecco le novità che finiranno nella prima legge di bilancio del governo Meloni da almeno 21 miliardi, di cui 15 miliardi per il contrasto al caro energia, ma lo stanziamento potrà essere rivisto al rialzo. Oggi il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti porterà in Consiglio dei ministri il quadro economico aggiornato della Nadef, la Nota al Documento di economia e finanza, accompagnato dalla Relazione sull’evasione pronta già a fine settembre. Ma la cui pubblicazione è stata rinviata dal governo Draghi che all’epoca si limitò a una prima versione della Nadef solo “tendenziale”, come fotografia dell’economia italiana. Dal nuovo quadro “programmatico” dovrebbe ora emergere un deficit per il 2023 al rialzo di oltre un punto al 4,5% dal 3,4% fissato da Draghi. Il Pil rimane al +0,6%. Un approccio “molto prudente, si evitano facili entusiasmi ma anche il pessimismo, anche se l’inizio del 2023 sarà molto complicato”, spiegano fonti del Mef, il ministero dell’Economia. L’extra deficit apre uno spazio fiscale che permette al governo di impostare alcune delle promesse elettorali. Ci sarà un intervento sulle pensioni per evitare lo scalone Fornero (l’aumento dell’età d’uscita a 67 anni dai 64 di Quota 102 ora in vigore): con ogni probabilità sarà Quota 41 temperata da un soglia di età tra 61 e 63 anni e un bonus per chi resta al lavoro, mirato ad alcune professioni come quelle sanitarie. Saranno prorogate Ape sociale e Opzione donna, in scadenza il 31 dicembre.

ul fronte fiscale ci sarà la flat tax al 15%: un ampliamento alle partite Iva fino a 100 mila euro dai 65 mila attuali, ma la soglia è ancora ballerina e anche la percentuale. Si fanno simulazioni sulla flat tax incrementale, la tassa piatta sugli incrementi di reddito tra un anno e quelli precedenti per tutti i lavoratori, cara alla premier Meloni. Salirà la soglia del contante e arriverà una nuova stagione di rottamazione o di stralcio delle cartelle esattoriali. Si valuta se confermare il taglio di due punti del cuneo fiscale introdotto dal governo Draghi che beneficia i redditi fino a 35 mila euro dei lavoratori dipendenti fino al 31 dicembre. La “manutenzione straordinaria” – come la definiscono al Mef – sia del Superbonus 110% che del Reddito di cittadinanza viene descritta come un punto fermo della prossima manovra. Nel primo caso si abbassa la percentuale di detrazione del contributo statale – dal 110 al 90%, anticipando dunque un décalage già previsto – e si introduce anche un criterio di reddito abbinato alla numerosità della famiglia, per “una maggiore equità”. L’esame parlamentare potrà ovviamente “cambiare questa aliquota”. Nel caso del Reddito di cittadinanza “ci saranno risparmi”, ma prudenzialmente non verranno quantificati. Questo fa supporre che il Reddito sarà tolto alla gestione Inps e passato ai sindaci per essere poi destinato, si immagina gradualmente, al solo contrasto dell’indigenza. E di conseguenza sospeso o bloccato ai 660 mila beneficiari attuali occupabili, affidati ai centri per l’impiego perché siano al più presto inseriti nel programma Gol del Pnrr.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui