Il rischio di tensione sociale, dopo l’abolizione del reddito di cittadinanza, è sempre più alto. Ma con alcune peculiarità territoriali: a Milano non ci sono state proteste evidenti, in quanto non solo gli ex percettori del sussidio erano molti di meno, ma sono stati anche contattati per tempo dal comune. A Napoli le cose sono invece andate diversamente: un semplice sms dell’Inps, senza alcun preavviso, ha notificato la sospensione del sussidio a 169mila famiglie. In segno di protesta, si è tenuto un presidio davanti alla sede dell’Inps del capoluogo campano. Nel capoluogo campano la situazione è rimasta tutto sommato sotto controllo, diversamente da quanto accaduto a Terrasini, in provincia di Palermo. Qui, un sessantenne, rimasto senza reddito di cittadinanza per via dei nuovi provvedimenti, ha fatto irruzione nella stanza del sindaco versando benzina e tentando di darvi fuoco, senza successo. Momenti di tensione ci sono stati anche a Cosenza, in Calabria, quando decine percettori del sussidio si sono presentanti al settore Welfare del municipio, al cospetto di assessori e dirigenti, per protestare. Infine, in Puglia, dove dodicimila famiglie sono state private del reddito, Gigia Bucci, segretaria generale della locale Cgil, ha denunciato l’assalto alle sedi del sindacato, in presenza e con telefonate, da parte di persone disperate che non hanno idea di come andare avanti in assenza del sussidio. Sulla contestata misura e sulle politiche per l’occupazione abbiamo intervistato il deputato Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro del Partito democratico.
Mario De Michele
LA VIDEO INTERVISTA A MARIA CECILIA GUERRA