Il dimensionamento scolastico al centro di una mozione presentata alla Camera del gruppo parlamentare dei 5 Stelle. L’iniziativa è stata illustrata in aula dall’onorevole Antonio Caso. L’esponente del partito di Conte ha criticato fortemente la decisione del governo Meloni di portare a 900 il numero minimo degli iscritti per ogni istituto. “Una misura – spiega Caso – che di fatto porta al taglio di oltre mille istituti con gravissime ripercussioni sull’intero settore. Il 70% di questo taglio riguarda le scuole del Sud, con la Campania al primo posto. Il combinato disposto – aggiunge l’onorevole Caso – tra il taglio degli istituti e l’autonomia differenziata proposta dalla Lega penalizza ancora una volta i cittadini del Mezzogiorno”. Per il deputato pentastellato c’è un “ritorno al passato, ai governi Berlusconi con i ministri dell’Istruzione Moratti e Gelmini”. “Si dovrebbe intervenire – rimarca Caso – per combattere il fenomeno delle classi pollaio e riprendere i provvedimenti portati avanti dai governi Conte che prevedevano istituti con 500 studenti”. Poi l’affondo finale al vetriolo: “Il governo Meloni ci ha deliziato con perle come ‘uno studiolo per ogni insegnante’, a fronte della carenza di aule, e come ‘le scuole del Made in Italy’ che contano pochissimi iscritti”. Le proposte del centrodestra sulla scuola rimandate a settembre? Macché. Antonio Caso boccia Meloni e company senza appello.
Mario De Michele
LA VIDEO INTEVISTA AD ANTONIO CASO