Per comprendere la portata politica delle comunali di Aversa bisogna analizzare i risultati elettorali andando nelle pieghe dei dati, ormai quasi ufficiali, ed effettuando una cernita nella sassaiola di cifre uscite dalle urne. Per “non dare i numeri” è necessario saperli “leggere”. Altrimenti si corre il rischio di ridurre anche la matematica a interpretazione soggettiva. Mentre trattasi di disciplina non opinabile. Detto ciò, passiamo al setaccio i risultati della coalizione civica. Franco Matacena incamera 13.319 voti, pari al 49,33%. Vittoria al primo turno assaporata ma non raggiunta per un pugno di schede. Le sue liste brillano con 13.601 preferenze (51,43%). Vola altissimo Aversa Moderata: 3.820 voti, che in percentuale si tramutano nel 14,44. Il raggruppamento di gran lunga più apprezzato dagli aversani. Qui basta enumerare le cifre per dire, senza tema di smentita, che il grande vincitore delle comunali normanne, piaccia o non piaccia, ha un nome e cognome: Giovanni Innocenti. L’ex assessore era il promotore e il capolista di Aversa Moderata. Una doppia veste che gli poteva costare caro perché Innocenti non ha allestito una lista a sua immagine e somiglianza, ha messo in piedi uno schieramento talmente competitivo da poter diventare “pericoloso” anche per lui stesso. Invece ha vinto la duplice sfida: Aversa Moderata è la lista più votata, Innocenti è il più votato in assoluto con quasi mille preferenze. Le urne hanno dato la benedizione a un nuovo soggetto politico destinato a incidere sul piano locale per i prossimi anni. Chapeau a Innocenti, complimenti agli altri componenti della lista, a partire da Olga Diana (657 voti), Pietro Giglio (513 voti) e Domenica Pisano (388 voti). Innocenti e company staccano di mille preferenze Noi Aversani, l’altra corazzata della coalizione di Matacena. Tra i due schieramenti non c’è stata partita anche in termini percentuale: 14.44 a 10.80. Va detto che Francesco Sagliocco, ideatore di Noi Aversani, ottiene un ottimo successo personale con 816 voti, seguito dall’ex vicesindaco Federica Turco che incassa ben 591 preferenze.

FA BENE IMMAGINA(RE), DELUDONO OLIVASTRI E AZZURRI, LISTA VERGOGNA E DINASTIE

Al netto del risultato di Aversa Moderata, che ha giocato una gara a sé, un’altra sorpresa in positivo della coalizione civica è Immagina Aversa con 2.219 voti, equivalente all’8.39%. I promotori Orlando De Cristofaro e Francesco Di Palma hanno di che gioire. Ai nastri di partenza il loro progetto politico era avvolto da incognite perché la lista era composta da tutte new entry. Scommessa vinta con il boom di Massimo Palazzo (533 voti) e di Raffaele Oliva (473). Si piazza soltanto al quarto posto della coalizione la squadra capitana da Alfonso Oliva: 1.928 voti, pari al 7.29%. Deludente anche il dato di Forza Azzurra, alias Forza Italia sotto mentite spoglie, che ottiene un misero 5.86 per cento con 1.549 preferenze. Molto al di sotto delle aspettative Il Centro per Aversa, lista costruita dal consigliere regionale Salvatore Aversano e dall’ex assessore Raffaele De Gaetano (unico eletto): 1.208 voti (4.57%). Per finire, un dato osceno: Aversa Sapere, composta da persone bramose solo del concedo di lavoro, si è rivelata una “lista vergogna” totalizzando 21 preferenze. Ben 20 candidati su 24 non hanno votato nemmeno per sé stessi. Pornografica politica. Da una persona seria come Matacena ci saremmo aspettati uno stop a questo scempio. Ci sono poi le dinastie: in caso di vittoria di Matacena al ballottaggio entreranno nel consiglio comunale Pietro Giglio e sua nipote Domenica Pisano, entrambi di Aversa Moderata, e Ivan Giglio, figlio di Adolfo, con Noi Aversani. La Festa dei Gigli si trasferisce da Nola ad Aversa. Se poi al secondo turno tra la coalizione civica voleranno gigli o crisantemi lo decideranno gli elettori il 23 e 24 giugno.

FARINARO TRA MIRACOLO E FATTORE “C”, CENTRODESTRA SCARICO, NOI MODERATI ACCERCHIATI

Nonostante un esito molto deludente del centrodestra, Antonio Farinaro arriva al ballottaggio un po’ per miracolo, un po’ grazie al fattore “C”. Il candidato sindaco si assicura 6.986 voti, pari al 25,87%, mentre la coalizione si ferma a 6.561 preferenze (24,80%). Nelle liste si afferma la regola del 7 (sempre meglio del Club dei 27): Antonio Farinaro Sindaco prende il 7,94% (2.100 voti), Forza Aversa il 7,26% (1.921 voti), Fratelli d’Italia 7,18% (1.900 voti). Tra i candidati spiccano Nicla Virgilio, Gilberto Privitera, Imma Lama, Luigi Menditto, Clotilde Criscuolo, Dino Carratù, Angela Barone, Mariano Orabona e Carla Palmieri, che approda in assise se al ballottaggio vince Farinaro. Discorso a parte per Noi Moderati, da annoverare senza dubbio tra gli sconfitti con alcuni “ma” da tenere in forte considerazione. Primo: la lista ha pagato lo scotto della scelta di Forza Italia di non stare nel centrodestra, mentre sulla scheda alle europee era sotto lo stesso vessillo. Secondo: Roberto Romano, candidato più rappresentativo e presidente del consiglio uscente, è stato colpito e affondato dal fuoco di sbarramento proveniente dai cannoni di Aversa Moderata e Noi Aversani. Romano ha condotto una campagna elettorale all’attacco ed è stato simbolicamente punito. Un modo per dire, anche a una platea più ampia: “Guai a disturbare il manovratore”. Terza valutazione: per una sorta di nemesi, Noi Moderati con i suoi 640 voti spinge Farinaro al ballottaggio. Per la serie: “Ci vediamo il 23 e 24 giugno”.

BALDASCINO NON INCIDE, VINCE IL PD DEI RIBELLI, OK LPCS, PALMIERO UN PALLONE SGONFIATO, D’ANGELO NON PERVENUTA

Pur superando le liste, Mauro Baldascino con 5.855 voti, pari al 21,68%, guarda da lontano il traguardo del ballottaggio. Un risultato abbordabile considerata la corsa contro un centrodestra diviso. A tradire il candidato sindaco del centrosinistra sono proprio le forze politiche che maggiormente lo avevano sponsorizzato: Aversa Progressista (559 voti, 2,11%) e Centro Democratico (287 voti, 1,09%). Un disastro. Il Progressista Carmine Palmiero ha dimostrato di convogliare meno preferenze di un turista svedese. Basta un dato: Marco Girone del Pd da solo ha preso 44 voti in più dell’intera lista Aversa Progressista. Girone batte i Progressisti 603-559. Eppure, il dem era stato “azzoppato” da Palmiero che, con la grazia di un muflone in una cristalleria, aveva candidato capolista di Aversa Progressista il cognato Paolo Cacciapuoti. Quest’ultimo, che ha raccolto più di un terzo dell’intera lista, ha l’unica colpa di essersi fidato di Palmiero che prima lo ha gettato nella mischia e poi lo ha abbandonato al suo destino. Perfidia politica. Il Pd proietta in assise anche Elena Caterino (398 preferenze). Che dire? Gennaro Oliviero ad Aversa non esiste, Stefano Graziano sì. Lo capiranno Eugenio Marino e Susanna Camusso? Boh. Da registrare l’ottimo risultato de La Politica che Serve. Il movimento incarnato dall’ex sindaco Alfonso Golia ottiene due seggi con 1.769 voti, pari al 6.69%, ma in assise ci andrà soltanto il più votato Mario De Michele (497 voti) perché il posto di Mariano Scuotri (385), secondo della lista, se lo pappa Baldascino. Non entusiasmante il risultato dei 5 Stelle: 1.048 voti (3.96%). Però i pentastellati portano a casa un consigliere comunale: entra Antonio Mottola. Ultima Eugenia D’Angelo. In questo caso basta trascrivere i numeri: 841 voti, poco più del 3%. Il Basilisco ha perso per strada la coda di serpente e la testa di gallo. Poverino.

Mario De Michele

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui