«Lo ammetto. L’emozione non manca a salire di nuovo al Nazareno, più di sette anni dopo. #iocisonoPD. Ci vediamo alle 11.45 sulla pagina Facebook del PD e di immaginaweb». Lo scrive su Twitter Enrico Letta. «Stanotte ho dormito come il principe di Condè…». Letta arriva nella sede del Pd di Largo del Nazareno per partecipare all’Assemblea del Pd che lo incoronerà segretario. Letta è eletto segretario del Partito democratico, con 860 voti favorevoli, 2 contrari e 4 astenuti. «Grazie di cuore a tutti per questa giornata e per la fiducia, lo vivo come momento di grandissimo onore», fa sapere dopo la proclamazione. «Questa giornata mi lascia una grandissima voglia di fare, ce la metteremo tutta, io ce la metterò tutta». Prima, aveva spiegato il perché della sua scelta: dire di sì.
«Dobbiamo pensare che abbiamo vinto e governato quando abbiamo fatto coalizione – dice Letta -. Quando siamo andati per conto nostro abbiamo perso. 1996 e 2006, eravamo guidati da Prodi. La coalizione è fondamentale: io ci credo. Ad aprirsi ci si guadagna sempre. Dobbiamo costruire un nuovo centrosinistra, su iniziativa e leadership del Pd. Parlerò nelle prossime settimane con tutti. L’incontro col Cinque stelle guidato da Conte lo dobbiamo fare, sapendo che non sappiamo ancora come sarà quel M5s. Arriveremo con rispetto a ambizione».
«Lo stesso fatto che sia qui io e non una segretaria donna dimostra che esiste un problema» sulla parità di genere. «Io metterò al centro» il tema delle donne: è «assurdo» che sia un problema, spiega subito Letta. «Mi candido a nuovo segretario ma so che non vi serve un nuovo segretario: vi serve un nuovo Pd», precisa poi. «Progressisti nei valori, riformisti nel metodo e radicalità nei comportamenti tra di noi». E parlando dell’uscita dalla pandemia dice: «Noi come il Pd abbiamo il dovere di esserci, non con lo sguardo al nostro ombelico ma nella società». «Dobbiamo essere il partito dei giovani. Se non riusciremo a coinvolgere i giovani io avrò fallito il mio obiettivo. Voglio mettere in piedi una Università democratica, mettere insieme tutte le energie e le forze che dobbiamo avere. Voglio fare una battaglia sul voto ai 16enni, anche se so una battaglia divisiva, complicata, ma dobbiamo allargare il peso dei giovani nella società».
Davanti alle tv l’ex premier ostenta sangue freddo e cita i Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, assicurando di aver dormito sonni tranquilli prima del grande giorno, quello che lo porterà alla guida del suo partito. Per Letta è la prima volta al Nazareno dopo sette anni di insegnamento a Parigi. Luigi II, chiamato comunemente il Gran Condé, fu uno dei più grandi capitani francesi e si racconta che la notte prima della battaglia di Rocroy, piccola fortezza assediata dagli Spagnoli (siamo all’inizio della guerra dei trent’anni franco-ispanica) dormì profondamente. Con i suoi 23mila uomini il giovane Condè, espugnò la cittadella ponendo fine alla supremazia militare spagnola.
«Io credo nella coalizione. Dobbiamo costruire un nuovo centrosinistra su iniziativa e leadership del Pd. Parlerò con tutti coloro che sono interessati a un dialogo: parlerò con Speranza, con Bonino, con Calenda, con Renzi, con Bonelli, Fratoianni, con tutti gli altri possibili interlocutori anche nella società. Questo nostro centrosinistra andrà all’incontro con il Movimento 5 stelle, che sarà guidato da Giuseppe conte, al quale va il mio saluto affettuoso», dice ancora.
A Nicola mi lega una lunga e grande amicizia, un rapporto di sintonia. Abbiamo fatto tante cose insieme e tante ne faremo», dice ancora Letta. «Ti ringrazio per avermi cercato, lavoreremo insieme sapendo che se avessi dovuto scegliere» un successore «saresti stato tu, abbiamo un carattere simile e ci capiamo al volo». «Io scelgo il Pd, perché stavo facendo altre cose – spiega ancora il neo segretario -. E sono stupito dal fatto che tante persone mi hanno incoraggiato ma qualcuno mi ha detto: ma come lasci quello che stai facendo per un impegno di partito? Lo potevi fare per andare al governò. Quando me lo hanno chiesto, ho detto sì lo faccio davvero e mi sono reso conto dell’assurdità di questa frase. È sbagliata perché abbiamo davanti una fse di rinascita del Paese che partirà dalla società e quindi dalla politica e dai partiti. E sono qui con questo hashtag ‘iocisonoPd’ perchè ritengo che questa sia una sfida essenziale per l’Italia e l’Europa». Durante il governo Draghi «voglio rilanciare lo ius soli», è una «norma di civiltà». Lo dice Enrico Letta nel suo intervento in assemblea Pd. «Io sarei molto felice se il governo di Mario Draghi, di tutti insieme, senza polemiche, fosse quello in cui dar vita alla normativa dello ius soli», la legge sulla cittadinanza.