NAPOLI .  «Le vicende giudiziarie di questi giorni, che incrociano l’Ilva di Bagnoli con l’area Isochimica di Borgo Ferrovia a Avellino, mostrano in modo inequivocabile,  la necessità di porre al centro dell’azione pubblica la questione dell’amianto, sia dal punto di vista della salvaguardia dei diritti dei lavoratori, delle loro famiglie e degli abitanti delle zone interessate, sia per la bonifica delle aree interassate» lo afferma il Presidente della Commissione bonifiche e ecomafie della Campania Antonio Amato

«Al di là delle vicende giudiziarie sulle quali non posso intervenire, è chiaro che sull’ex Isochimica di Avellino si deve procedere celermente sulla strada avviata dalla commissione che presiedo per giungere ad un accordo programmatico col Ministero che consenta l’intervento diretto della Regione. Ma, a fronte delle sentenze che del TAR e del Consiglio di Stato che individuano l’impianto di decoibentazione di Borgo Ferrovia come area  di interesse pubblico, va fatto da parte dell’assessorato regionale all’ambiente uno sforzo ulteriore per prevedere nel piano regionale bonifiche un’azione concreta di intervento e non più solo una generica necessità. Comprendiamo» aggiunge Amato «le difficoltà tecniche derivanti dalla proprietà privata del suolo, ma siamo certi che possano essere superate. Come fatto in questi ultimi 15 mesi, dal primo sopralluogo effettuato in loco che ha avuto il merito di smuovere il pantano di indifferenza nel quale era caduta la vicenda, la commissione bonifiche continuerà un’azione di raccordo istituzionale e continuo sollecito perché si giunga ad interventi fattivi, anche per la tutela dei diritti degli ex lavoratori. Su Bagnoli» continua il Presidente della Commissione «resta l’amarezza per la decisione dell’attuale giunta regionale di non costituirsi parte civile nel processo. Ma, oggi, si deve anche tornare ad agire per la bonifica. Per questo, credo necessario e non differibile un consiglio regionale monotematico che, a partire da Isochimica di Avellino e Ilva di Bagnoli, ponga il più complessivo tema della bonifica delle ex aree industriali della regione, compresa quella della raffineria di Napoli Est sulla quale è caduto un assordante silenzio. Bisogna fare chiarezza» conclude Amato «superando muri di gomma e silenzi che rendono tutto opaco»

 

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