Con sincera amarezza sono costretto, per una questione d’onestà intellettuale, a scrivere le seguenti considerazioni. Questa mattina leggendo la rassegna stampa mi sono imbattuto nelle dichiarazioni del Segretario regionale del PD Enzo Amendola e di Michele Grimaldi componente della Segreteria nazionale dei Giovani Democratici.

 

Il primo con tono autoassolutorio  ha dichiarato: “Accetto le critiche, anche quelle che superano le mie responsabilità, ma trovo profondamente ingiusti gli attacchi dettati da risentimenti personali come quelli di D’Amelio”. Tale vittimismo, in pieno stile berlusconiano, oltre a essere stucchevole e a dir poco offensivo. Non solo perché Amendola sembra non curarsi minimante della debacle campana, adducendo a sua difesa che in altre regione è andata peggio, ma perché dal disastro delle Primarie napoletane ad oggi, nonostante il ruolo che ricopre, sembrerebbe non avere mai nessuna responsabilità di quello che accade nella nostra regione e nei nostri territori. Accusare poi la D’Amelio di avere del risentimento personale in quanto non avrebbe ricevuto la deroga per potersi candidare alle Primarie è qualcosa che ci lascia esterrefatti. Amendola finge di non ricordare che per “qualche strano motivo” quella deroga non fu concessa a Rosetta D’Amelio mentre invece fu dato il via libera per altri 4 consiglieri regionali. Inoltre il Segretario regionale pensò bene di farsi candidare, dai vertici romani, tra le primissime posizioni del nostro collegio elettorale , Campania 2, per non passare per le primarie che certamente non gli avrebbero mai concesso uno scranno in Parlamento visto il modo in cui ha gestito il Partito in questi anni. Siamo sicuri che anche questa riflessione verrà etichettata come uno “sterile attacco personale” e per questo non chiederemo nuovamente le sue dimissioni cosa che tra l’altro abbiamo provveduto a fare, come Circolo PD “E. Berlinguer” di Serino, già in tempi non sospetti. Speriamo solo che in questa legislatura rivenga ripristinato il voto di preferenza  in modo che gli elettori possano scegliere liberamente e democraticamente i propri rappresentanti istituzionali così come avviene per tutte le altre cariche pubbliche.

Altre dichiarazioni che mi hanno amareggiato, più che stupito, sono quelle di Michele Grimaldi che ha pensato bene di affermare: “Basta con logiche feudali, con vassalli e valvassori e torniamo tra le persone per i bisogni reali. Cominciando col dare l’esempio: i Consiglieri regionali rinuncino al 70% del proprio compenso e lo destinino come quelli del M5S Sicilia ad un fondo per la piccola e media impresa. E tutti i dirigenti del PD che ricoprono cariche in società miste a capitale pubblico lascino la poltrona”. Niente da eccepire se non fosse che i consigliere regionali campani, compresi quelli del PD, si sono ridotto di oltre il 50% il compenso passando da 12.000 a 5.600 euro mensili. Quindi un’ulteriore diminuzione del 70% porterebbe la loro indennità a circa 1800 euro, cifra di poco superiore al compenso percepito da Grimaldi per ricoprire il ruolo di componente della Segreteria nazionale dei Giovani Democratici nonostante per sopraggiunti limiti d’età (29 anni, ndr), da regolamento nazionale, non potrebbe più farne parte.

Concludo questa riflessione; che sicuramente verrà bollata come polemica, irresponsabile e ovviamente piena di risentimento personale; dicendo che è arrivato per tutti noi, nessuno escluso, il momento di fare conti con la realtà e con quella Generazione, la nostra, che è stanca di lezioni e demagogia ma che ha voglia di rendersi protagonista seguendo magari chi dà l’esempio e non solo chi spiega teoricamente cosa fare.

 

Marcello Rocco

 

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