“Pensavamo che il Teatro Gesualdo fosse ad Avellino ed invece c’è una sede distaccata nella sala del cosiddetto Parlamentino del Ministero dello Sviluppo Economico. Il Governo ha convocato i lavoratori dell’Irisbus per l’ennesima volta per mettere in scena una forma moderna di comunicazione da 140 caratteri riassumibile in un tweet: si starebbe formando una nuova società con l’obiettivo di creare un polo di produzione degli autobus che si candida a rivelare lo stabilimento di Valle Ufita” – così il deputato cittadino del Movimento 5 Stelle Carlo Sibilia a proposito dell’incontro dei dipendenti irpini presso il Mise. “Non era meglio inviare una mail ai lavoratori? – si chiede ironicamente il portavoce avellinese presente nel pomeriggio – Forse il governo Renzi intende risollevare il settore dei trasporti con i viaggi che sta costringendo a fare a tutti i lavoratori da Avellino a Roma. Sulla vicenda Irisbus il Parlamento ha approvato all’unanimità una mozione di indirizzo che unisce le vertenze BredaMenarinibus e Irisbus, creando un polo unico di produzione, ma il problema è che in Italia decidono sempre le grandi corporations e mai i cittadini. Infatti, nel corso della sua audizione in Commissione Attività Produttive l’ad di Finmeccanica Pansa ha detto chiaramente che non c’è alcuna intenzione di mantenere sotto la propria egida la BredaMenarinibus. Inoltre ha spiegato che il settore italiano non è competitivo rispetto alle produzioni turche, indiane e cinesi. Ciò è testimoniato dal fatto che l’Air ha rinnovato il parco mezzi comprando in Turchia. Quindi, di che stiamo parlando? Non ci sono i nomi di questi potenziali imprenditori, non c’è una tempistica, non c’è uno straccio di piano di sviluppo futuro”. “Nella pantomima dell’incontro di oggi, in cui non si è parlato in termini concreti di chi vuole fare cosa e quando, ma i dettagli sono stati rinviati ad un incontro agli inizi di maggio, abbiamo assistito – incalza Sibilia – ad una finta trattativa tra il Governo e la ormai ex Fiat. La diatriba era: messa in mobilità dei lavoratori, e quindi chiusura definitiva dello stabilimento, o cassa integrazione in deroga per l’ennesima volta, continuando così ad alimentare false speranze probabilmente solo ai fini elettorali, vista l’imminente elezione europea? Ebbene, noi vogliamo andare oltre. Basta con questi scadenti show. Con i nostri atti, come le ultime risoluzioni in Commissione Attività Produttive per l’incentivazione del retrofit, intendiamo combattere la concorrenza con la tecnologia e l’innovazione, ambiti, questi, che hanno portato gli italiani ad essere i più grandi nella meccanica mondiale. Dunque, perché non decidere di far circolare sul suolo italiano solo ed esclusivamente autobus prodotti o retrofittati in Italia? Invece di fare regali di 7,5 miliardi di euro alle banche italiane ed essere potenzialmente esposti a procedure di infrazione europea perché non rischiare per tutelare posti di lavoro? E’ l’ora di grandi scelte ed è tempo di rimettere in discussione anche le decisioni dell’UE. Andremo in Europa – conclude il deputato Sibilia – per salvare l’Italia”.