Il consigliere comunale di Solofra e primo promotore dei Comitati per Renzi in Irpinia, Paolo De Piano, interviene nuovamente sulla questione del tesseramento ai circoli del Pd, denunciando in una nota l’atteggiamento degli attuali referenti del circolo Pd di Solofra circa la sottoscrizione delle nuove tessere. Di seguito la nota: “… ti chiamo perchè sei un amico, ma la tessera che hai fatto questa mattina non la invieremo in federazione ad Avellino visto che l’hai sottoscritta per chi vuole farci la guerra’. Immaginare che possa esserci stata una conversazione telefonica di questa natura cosa provoca? – chiede nell’incipit della nota De Piano – Innanzitutto induce a pensare come, di questi tempi, c’è ancora chi ipotizza, dall’alto della propria irrilevanza, di poter disporre delle tessere come dato di un partito proprietario e sulla scorta di questa convinzione esibisce plasticamente sul tavolino della sezione due mucchietti di tessere: uno dei quali riservato ai ‘fedeli’ mentre l’altro è riservato a quanti si presumono essere degli oppositori”.

“Ed in funzione di questa ripartizione immaginare di poter monitorare nel tempo l’evoluzione dell’altro così da potervi opporre il tesseramento di truppe cammellate di famiglia. Ed in questo senso mi ritorna in mente la disputa dello scorso anno per la leadership del centro-sinistra nel nostro comune. Nel momento clou della fase finale delle sottoscrizioni sono state fatte affluire autovetture cariche di anziani, in alcuni casi anche impediti nei movimenti, al fine di farli partecipare ad una competizione elettorale della quale, con ogni probabilità, non avevano presenti nè gli elementi di distinguo e persino le ragioni del voto. E’ probabile che in questa fase si ripeta lo stesso copione. Alla fine della fiera, dunque, potrebbe risultare utile riscontrare se i tesserati fanno parte ad uno stesso ceppo familiare o se addirittura c’è uno stesso cognome”. “Chi scrive – rilancia l’esponente di Riamiamo Solofra/Riamiamo l’Italia – è parte di una famiglia numerosa ma mai, in alcun modo, ha mai anche solo pensato di imporre scelte di appartenenza ai propri familiari ‘ad usum delphini’ preferendo al contrario anteporre la dignità e l’onestà intellettuale ai calcoli che si accompagnano alle convenienze di schieramento. Una ulteriore considerazione: si può definire ‘guerra’ una legittima e democratica contrapposizione ideale fondata su una visione della società per la quale risulta utile la più larga partecipazione possibile di donne, giovani, anziani, operai? Tutti questi soggetti sono spinti dalla voglia di partecipare, di aderire al processo democratico perchè si inchinano al compito di contribuire allo sviluppo del Paese, bisognoso di partecipazione”. “Ed allora invece di far crescere le adesioni si fa di tutto per mettere dei paletti che non includono ma escludono in omaggio alla logica del ‘meno siamo e meglio stiamo’ come da tempo sta denunciando l’amico on. Luigi Famiglietti. Si può obiettare: vanno rispettate le regole. Ma per questo ci sono le commissioni provinciali ed il giudizio, come previsto dallo statuto, va rimesso ad esse. Ed invece, con estrema arroganza, ci si ostina a vestire i panni dei decisori delle sorti di una comunità distribuendo assenzi e dinieghi che rispondono alla logica della propria convenienza non certo del partito”. “Ipotizziamo infine che a porre queste pregiudiziali siano amministratori comunali: non sarebbe meglio che anzichè occuparsi del reclutamento degli iscritti al Pd, se ne occupino i funzionari di partito, si occupino della cosa pubblica, è per questo motivo del resto che sono stati eletti, soprattutto in considerazione del fatto che dopo più di un anno e mezzo di amministrazione nessun risultato è stato raggiunto? Ed allora nel rendere omaggio ad Alcide Cervi, antifascista ucciso dai fascisti, contadino intelligente e coraggioso, ‘… il sole non nasce mai per una sola persona e la notte non arriva mai per uno solo. Questa è la legge e chi la capisce si toglie la fatica di pensare alla sua persona’”, conclude la nota.

 

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