“La presenza della segretaria del Partito Democratico Elly Schlein e di così tante persone, seppur non elettori aversani, ha probabilmente confuso il candidato a sindaco del centrosinistra Mauro Baldascino” Così esordisce Antonio Farinaro che non ci sta alle ambiguità e agli attacchi del candidato di centro sinistra rispedendoli al mittente: “ Baldascino, in modo confusionario o premeditato, il che sarebbe ancor più grave, ha parlato di accozzaglia di centrodestra. E’ confuso, mettiamola così… La coalizione che mi onoro di guidare è l’unico centrodestra ed è tutt’altro che un’accozzaglia. L’accozzaglia sta altrove. L’accozzaglia, citata dal professore Baldascino, deve essere cercata nella coalizione delle contraddizioni, nella coalizione che ancora non ha deciso da che parte stare, nella coalizione che non sa se parlare bene o male della precedente amministrazione, l’amministrazione Golia, forse perché tra le sue fila ora sono candidati sia ex esponenti di quell’amministrazione sia quelli che erano i suoi oppositori, nella coalizione che tace nascondendosi al cospetto degli aversani. Noi siamo altro! Noi siamo il centrodestra e siamo partiti da una certezza: nessuno sarà tradito da confuse ammucchiate e opachi consociativismi. L’intera coalizione ragiona in modo corale, con il noi. Noi siamo quelli che abbiamo un’idea chiara di città e la stiamo portando tra le strade, nei quartieri e tra la gente; siamo quelli che abbiamo detto no agli inciuci e sì alla coerenza, noi siamo quelli che hanno detto no al disastro degli ultimi cinque anni.” Ed ancora: “Il professor Baldascino ha parlato di urbanistica ed edilizia residenziale e del patto per una città verde. Noi i patti li facciamo solo con la città e con gli aversani. Lui, invece, prima di fare, con disinvoltura, queste esternazioni impegnative, dovrebbe consultarsi con chi nell’ultima consiliatura ha deciso il destino urbanistico della città e con chi, prima ancora, nella scorsa campagna elettorale, gridava nel megafono: “Consumo di suolo zero!”. Una promessa che lì è rimasta: nel megafono…”