La giunta? “Non è innovativa, né di alta professionalità”. Il sindaco? “Legato a vecchie logiche, trite e ritrite”. Il centrodestra? “Serve una ricostruzione totale con un vero ricambio generazionale”. Non è mai banale Gianluca Golia. Fornisce sempre spunti interessanti, a volte condivisibili, altre no, com’è normale che sia, senza mai perdere il suo stile politically correct. È uno dei motivi per cui lo abbiamo interpellato chiedendogli un giudizio sulla nuova amministrazione griffata Franco Matacena. Abbiamo intervistato l’ex consigliere comunale anche per un’altra ragione: è una risorsa per la città. “Nessuno si senta offeso”, canterebbe De Gregori. È così, amici e nemici si mettano l’anima in pace. Una risorsa per la città più oggi, perché è politicamente strutturato, di ieri, quando era ancora acerbo. Ancor di più dopo la mancata elezione alle ultime comunali, perché non si è fatto travolgere dalla smania di vincere a ogni costo optando per una campagna elettorale misurata e basata sui contenuti. Ingredienti, la sobrietà e le idee, che non pagano in una fase politico-amministrativa di forte arretramento della classe dirigente aversana connotata da personalismi beceri e dall’assenza, pressocché totale, di una visione d’insieme, di quella “visione della città” auspicata da tutti. Ma predicare è facile, praticare richiede impegno. Perciò è stimolante il ragionamento di Golia sulle ragioni di una sconfitta, quella del centrodestra normanno, sulle quali nessuno ha indagato a fondo. Nella seconda Repubblica anche l’analisi del voto è diventato un optional, come se la volontà popolare fosse un argomento da riporre quanto prima nel cassetto dell’oblio perché è roba inutile e ingombrante.

“Sul piano politico – afferma l’ex consigliere – credo sia opportuno che il centrodestra inizi già da oggi a porre le basi per una ricostruzione totale, per un ricambio generazionale in modo da non farsi trovare impreparato rispetto ai vari impegni elettorali futuri, evitando di commettere sempre gli stessi errori capaci di far perdere elezioni già vinte come nell’ultima tornata comunale”. Anche in questo caso Golia non va sul personale. Non sale sul piedistallo per additare un solo colpevole. Ma il giudizio politico è la fotografia di un centrodestra sclerotizzato che ha bisogno di abbattere i simulacri e ripartire da volti nuovi. Per l’amor del cielo, guai a imboccare la scorciatoia del “nuovismo”. Non servono operazioni di facciata. È indispensabile una profonda rifondazione del centrodestra, possibile soltanto attraverso un percorso politico da avviare qui e adesso, altrimenti mentre il medico studia la cura, il paziente muore. Con l’aggravante che nel laboratorio aversano non è in atto nemmeno un consulto sulla terapia da adottare per scongiurare la dipartita del centrodestra. La netta sconfitta elettorale non ha aperto una discussione interna, a conferma della pietrificazione di uno schieramento autoreferenziale. Scaricare tutte le responsabilità della debacle alle comunali sugli avversari, nello specifico sulla coalizione civica, è la cifra di un raggruppamento che non è in grado di elaborare i propri errori. Quando si perde è doveroso guardare prima in casa propria, poi in quella degli altri, diversamente si perderà di nuovo. Forse sempre. Questo è lo sforzo che chiede Golia: ricostruire il centrodestra per davvero, non a chiacchiere, senza proclami propagandistici. La campagna elettorale è terminata. È ora di cominciare a fare politica, quella vera, con proposte e idee. Con quella sobrietà e quei contenuti finora grandi sconosciuti. Perseverare nella demonizzazione dell’avversario è deleterio. Si va nuovamente a sbattere. Quindi bisogna invertire la rotta. La coalizione civica va combattuta sul terreno delle scelte, della programmazione e dell’attuazione. Continuare a sbandierare lo spauracchio di Giovanni Zannini è stucchevole e controproducente. “Questo argomento è diventato una palla”, dicono i cittadini-elettori che ne sentono parlare da mesi come se tutti i guai del mondo, cambiamento climatico incluso, fossero riconducibili al consigliere regionale. Chi ha studiato un po’ di logica pratica sa che concedere a Zannini un peso politico così straripante non fa altro che aumentarne il peso nella percezione collettiva. E alle elezioni, è cosa risaputa, si tende a votare per chi appare più forte e più vincente. Un altro autogol.

E allora? Allora si deve tirare una riga e mettere il punto. È necessario aprire la stagione delle controproposte alle decisioni della maggioranza. Bisogna andare nel merito dei problemi. “Soltanto così il centrodestra può riguadagnare il consenso perso”, sostiene giustamente Golia. Che, nel contempo, non è per nulla tenero con Franco Matacena sulla nuova giunta. “Fermo restando che il giudizio è strettamente politico e quindi non riguarda il dato personale dei singoli individui, va detto che l’esecutivo non rappresenta affatto qualcosa di innovativo e di alta professionalità. Inoltre avrei escluso i “vecchi” componenti dell’esecutivo Golia, semplicemente per dare un serio segnale di discontinuità col passato e con i pochi risultati raggiunti ma, lo avrei chiarito prima con i “miei candidati”, non sarei arrivato alla “fine” per poi dover accettare per forza certe imposizioni. Così forse Matacena avrebbe dato l’immagine di qualcosa di nuovo, considerato quello che è stato detto durante la campagna elettorale. Ecco, quando hanno parlato di “Aversa libera” – si chiede Golia – a cosa si riferivano precisamente? Vedo le stesse facce e le stesse posizioni occupate già da tempo quindi, prima di parlare sarebbe stato meglio rifletterci su un po’ di più. Per natura sono uno che non giudica “a prescindere” quindi, spero davvero di sbagliarmi e ricredermi sulla base di risultati straordinari”. Matacena “ingabbiato” dalla sua maggioranza? “Direi di no”, risponde l’ex consigliere comunale. Che aggiunge: “È inevitabilmente legato a dinamiche trite e ritrite che non poteva non immaginare quando ha accettato di guidare una coalizione eterogenea come quella che lo ha portato alla vittoria. Lo ha dimostrato già il fatto che per comporre la giunta c’è stato bisogno di quasi un mese e di trattative serrate, dove il sindaco è riuscito a “piazzare” solo un assessore da lui direttamente espresso”. In pratica la maggioranza non è messa bene. Ma per Gianluca Golia ora è il momento di riedificare il centrodestra. Molto probabilmente il primo mattone sarà posto già a settembre.

Mario De Michele

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