Trasparenza, questa sconosciuta. Il caso Nicolino Botti ha smascherato Tommaso Barbato e la sua maggioranza di minoranza. Il sindaco di Teverola la butta in politica e finge, mentendo sapendo mentire, che la questione sollevata da Teverola Sostenibile è strumentale e ostruzionistica. La verità è un’altra. Il capogruppo Alfonso Fattore ha contestato, in punta di diritto, l’assunzione dell’architetto Botti a responsabile dell’Utc. Un arzillo 73enne in pensione inquadrato a costo zero. Una procedura anomala che lascia la porta spalancata a dubbi e sospetti. Come mai alla guida dell’ufficio più importante dell’ente è stato scelto un pensionato? Perché l’amministrazione non ha puntato su qualche giovane tecnico locale o del circondario? Di professionisti competenti ce ne sono a iosa. Al netto di valutazioni di ordine politico i consiglieri comunali Pasquale Buonpane, Giuseppina Caputo e Amelia Martino assieme al capogruppo Fattore sono andati nel merito amministrativo del provvedimento evidenziando l’illegittimità della procedura espletata: personale in quiescenza, dipendente privato e non pubblico. Barbato e i suoi boys non vanno al cuore del problema perché hanno torto. Da qui la politica del fumo negli occhi nel patetico tentativo di rimescolare le carte e ingenerare confusione tra i cittadini. Ma per sfortuna degli amministratori locali la gente ha capito benissimo dove vuole andare a parare l’ormai ex maggioranza. L’architetto Botti non è un volto nuovo. Anzi è molto noto per essere stato l’estensore del Puc. Sapete quando? Nel 2012 durante la “dittatura” di Biagio Lusini. E proprio Botti finì nel mirino di Barbato e di altri esponenti dell’attuale giunta, a quell’epoca consiglieri di opposizione. Oggi Barbato e Lusini vanno a braccetto. Il sindaco respira ancora l’aria del municipio proprio grazie ai consiglieri, sulla carta di minoranza, della lista capeggiata da Lusini alle ultime comunali. Il duo Barbato-Lusini basterebbe per chiedere l’urgente intervento della Protezione civile per gli imminenti danni al territorio.

Biagio Lusini, Gennaro Caserta e Tommaso Barbato

Ma al peggio non c’è mai fine. E così si è formato un trio delle meraviglie. A Barbato e Lusini si è affiancato Gennaro Caserta, altro dinosauro della politica locale. Uno affetto da un pragmatismo cronico: “Cca’ ‘a pezza e cca’ ‘o sapone”. Un tuffo nel passato di 30 anni. A fare da trampolino di lancio il sindaco Barbato. Che pur di restare incollato alla poltrona stipulerebbe un patto anche con Mefistofele. Lucifero non si offenda. Lusini e Caserta sono più diabolici. Come Barbato che senza esitare si è affidato ai due Belzebù. Risultato? Dalla maggioranza sono stati liquidati tutti i giovani promettenti e competenti. E soprattutto onesti. A Teverola l’onestà è come la trasparenza, una sconosciuta. Il triangolo della morte Barbato-Lusini-Caserta (molto peggio di quello delle Bermude) ammanta di ombre l’incarico conferito a Botti. L’irregolarità del provvedimento rimarcata da Fattore, Buonpane, Caputo e Martino trova riscontro in una nota del responsabile dell’area Finanziaria che “evidenziava tutte le presunte illegittimità dell’atto”. C’è di più. Il revisore dei conti Giuseppe Nocerino ha invitato “il sindaco a revocare il decreto dell’architetto Botti” e ha inviato tutta la documentazione alla Corte dei Conti. In estrema sintesi: quattro consiglieri comunali, il responsabile dell’area Finanziaria e il revisore dei conti chiedono al sindaco di rivedere la procedura ma Barbato va lo stesso avanti. Sorge il sospetto che l’incarico a Botti sia dettato dall’esigenza di avere un braccio operativo in materia urbanistica. Serviva un tecnico “accondiscendente”. Il vispo 73enne, che ha già collaborato con Lusini, è l’uomo giusto a posto giusto. Per i cittadini è l’uomo sbagliato al posto sbagliato. C’entra qualcosa il nuovo Piano per gli insediamenti produttivi? In fatto di Pip Lusini ha il copyright. Per Gennaro Caserta “tout va tres bien, Madame la Marquise”. Però “cca’ ‘a pezza e cca’ ‘o sapone”. Dal canto suo Barbato pur di non fare le valigie in anticipo ha apposto il sigillo sul ribaltone.

Un indecente tradimento della volontà popolare. Il sindaco, esperto di punture, ha battuto un record da guinness dei primati: ha fatto una siringa a tutti i cittadini di Teverola. L’ago più doloroso resta Nicolino Botti. Teverola Sostenibile ha presentato a Massimiliano Schiavone, responsabile area Affari generali, la richiesta di accesso agli atti. Il funzionario ha rigettato l’istanza. La palla passa al prefetto di Caserta, alla Procura della Repubblica e ai carabinieri di Teverola ai quali si sono rivolti Fattore, Buonpane, Caputo e Martino. Ne vedremo delle belle. Nel frattempo Barbato è impegnato a far fuori anche il presidente del consiglio di Teverola Sostenibile per sfamare i suoi nuovi alleati. Ne parleremo prossimamente. Invece di fare grandi manovre sottobanco e giocare sporco il sindaco dovrebbe prendere atto che non ha più la maggioranza. Abbia uno scatto di reni. Si dimetta. Uno che fa il suo lavoro dovrebbe sapere che è una “soluzione fisiologica”.

Mario De Michele

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