Il dott. Gianluca Aceto ha comunicato oggi pomeriggio la volontà di non rientrare nella carica di Consigliere provinciale di Benevento. La sua decisione segna l’ennesima, inedita pagina di incertezza amministrativa nel percorso di riforma delle istituzioni provinciali tracciato con la legge n. 56 del 2014. Con mail inviata al Presidente, al Segretario Generale e ai Consiglieri della Provincia di Benevento, Aceto ha chiesto di non procedere, nella seduta del Consiglio provinciale già convocato alla Rocca dei Rettori per il 12 agosto, alla prevista propria surroga. Aceto ha motivato la sua decisione dichiarando di non condividere in alcun modo il percorso di riforma istituzionale delle Province avviato appunto con la legge 56 del 2014. Tale processo, da lui bollato con parole assai dure, ha avuto, a giudizio di Aceto, l’unico effetto di svuotare di personale dipendente e di finanziamenti le Province italiane, pur non cancellando dalle loro spalle le medesime responsabilità del passato su materie assai delicate quali le strade provinciali e le Scuole (per la Provincia di Benevento, in sostanza, si tratta di amministrare, senza soldi, oltre 1.300 Km di nastro d’asfalto e oltre 40 edifici affollati di studenti, docenti, personale amministrativo, collaboratori). “In queste condizioni, ha scritto Aceto, la mia comprensione va a quanti, sia la parte politica che quella amministrativa, cercano ancora oggi di mantenere un livello minimo di gestione ordinaria, dovendo farlo senza risorse e senza personale. Con ulteriore paradosso di finire, spesso, nel mirino di cittadini e amministratori che addossano alla Provincia responsabilità cui proprio non può far fronte”. Aceto continua la sua analisi sulla riforma delle Province affermando: “Le bizantine regole circa la composizione dei Consigli provinciali, inoltre, sottopongono questi organi a continui stravolgimenti, che ne sviliscono dignità e operatività”. Ora, poiché tale riforma delle Province, enti aventi dignità costituzionale, rientra tra quelle oggetto del referendum del prossimo autunno, proprio in queste ore approvato dalla Suprema Corte di Cassazione, Aceto così conclude la sua lettera: “Condivido alcuni punti delle modifiche costituzionali, ma ritengo prevalenti gli elementi negativi e potenzialmente dannosi. (…) Proprio per questo voterò no: ritengo che il pasticcio combinato a danno delle Province (cioè dei cittadini e dei territori) sia solo una pallida anticipazione di ciò che accadrebbe se vincesse il sì, non esclusa la confusione permanente tra i molteplici iter normativi, a dispetto delle propagandata semplificazione”. La vicenda della surroga in Consiglio Provinciale di Aceto al posto di Maturo, com’è noto, trae origine dal fatto che, a seguito di un ricorso in sede amministrativa, furono in un primo tempo annullate dal Tar le elezioni del Consiglio Comunale di Telese Terme tenutesi nel maggio 2015. E qui scattò anche uno dei meccanismi della legge 56/2014 cui ha fatto cenno Aceto. Questi infatti decadde, per effetto della sentenza del Tar, sia dalla carica di Consigliere comunale di Telese Terme sia da quella di Consigliere provinciale di Benevento cui aveva concorso con successo nelle elezioni tenutesi mesi prima, precisamente nell’ottobre del 2014. Aceto fu dunque sostituito in Consiglio provinciale nella seduta del 15 dicembre 2015 dal sindaco di Cusano Mutri, Giuseppe Maria Maturo, che lo seguiva nelle preferenze ottenute nel 2014. Il 15 luglio scorso, però, il Consiglio di Stato ha reintegrato gli Organi elettivi del Comune di Telese Terme eletti nel maggio 2015 e, quindi, anche lo stesso Aceto che avrebbe dovuto riprendere la carica di Consigliere Provinciale al posto di Maturo. Davvero surreale.

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