Nel corso della conferenza stampa, tenutasi a Napoli, dei parlamentari uscenti Domenico De Siano, Carlo Sarro, Antonio Pentangelo e Marzia Ferraioli, storici esponenti degli azzurri in Campania, i quattro hanno annunciato l’addio dal partito in cui hanno militato per decenni. Il motivo è da rintracciare nella modalità con cui il partito di Silvio Berlusconi, coadiuvato dal neo commissario regionale ed europarlamentare Fulvio Martusciello, ha deciso di compilare le liste senza – a loro avviso – spiegare quale fosse il metodo adottato e a discapito della rappresentanza territoriale. «Riteniamo che, di fronte a questo silenzio che rende ancora più incomprensibile quanto accaduto, non ci siano più le condizioni di agibilità politica per continuare a militare in Forza Italia», così parla a nome dei quattro il deputato Carlo Sarro, ormai ex coordinatore della provincia di Caserta. Il senatore De Siano, fino a poche settimane fa coordinatore regionale di Forza Italia in Campania, incarico a cui aveva rinunciato in cambio della promessa di una candidatura, ricostruisce la differenza con la selezione dei candidati rispetto alle ultime elezioni politiche: «Precedentemente nel 2018 ho condiviso la formazione delle liste e non è stato questo il metodo adottato. Coinvolgemmo i territori, i coordinamenti provinciali e i parlamentari uscenti. Facemmo una serie di riflessioni ma la cosa più importante è che garantimmo al territorio rappresentatività cosa che credo, leggendo i candidati, non è stata fatto». Colpa dunque del tavolo nazionale, presieduto dal leader Berlusconi e in caso di sua assenza dalla compagna Marta Fascina, nel quale è pesato il peso decisionale del coordinatore nazionale Antonio Tajani e dei capigruppo alla Camera e al Senato Anna Maria Bernini e Paolo Barelli. Ma il convitato di pietra della conferenza resta il commissario regionale Fulvio Martusciello di cui De Siano critica, senza mai citarlo, la nuova gestione del partito: «Si è costruito una sorta di club dove ci sono gli iscritti candidati alle prossime elezioni politiche». «Sono tanti anni che sono in politica – ha aggiunto – e guardando i nomi di alcuni dei candidati in Campania, potranno essere i più bravi, io non li conosco, non so chi siano, non li ho mai sentiti nominare. Qual è stata la logica che ha portato i responsabili a formare le liste? Quella del merito, dell’appartenenza al territorio, della forza elettorale? Forse quella dell’appartenenza a un club».

I fuoriusciti non lo dicono ancora apertamente, d’altronde non sono passati neanche tre giorni da quando sono stati cassati dalle liste, ma ciò che traspare – anche per una questione di vicinanza ideologica – è un avvicinamento al Terzo Polo (Azione più Italia Viva) di Carlo Calenda e Matteo Renzi. «Organizzeremo degli incontri – spiega Sarro – come abbiamo già fatto a partire da Caserta e da altre province, con i sostenitori, gli amici, gli amministratori locali e i rappresentanti del territorio, con i quali collegialmente, come abbiamo sempre fatto, matureremo delle scelte e delle decisioni condivise. Comprenderete che sono poco meno di 72 ore da quando è successo tutto quello che è capitato. Anche perché fino alla vigilia le assicurazioni e le indicazioni erano di altro tipo. Le risposte del territorio sono arrivate, dunque noi siamo convinti che dobbiamo continuare a interpretare un sentimento e una volontà d’impegno nell’azione politica sempre al servizio degli stessi valori». «Quelli della libertà – prosegue il deputato casertano – della giustizia e della democrazia che hanno animato e sostenuto tutta la nostra militanza politica in poco meno di trent’anni». Valori su cui De Siano non risparmia una frecciata a Berlusconi e, senza menzionarli, a Lega e Fratelli d’Italia. «Berlusconi – afferma – dice che siamo un partito atlantista, europeista, liberale, democratico, riformista. Questi concetti vanno tradotti in atti concreti. Si può essere appartenenti al Ppe essendo alleati di persone che a volte sostengono cose in antitesi con quello che propone il Ppe? C’è una contraddizione in termini, noi non dobbiamo trasmettere confusione agli elettori. Siamo dei democratici, liberali, moderati, riformisti veri e portiamo avanti e abbiamo sempre portato avanti questi valori. Nel momento in cui questi valori vengono messi da parte, andiamo in difficoltà». Le scosse telluriche successive alla presentazione delle liste si ripercuotono anche sul gruppo forzista presente in consiglio comunale a Napoli.Infatti, nei giorni scorsi i consiglieri Salvatore Guangi e Iris Savastano non hanno mancato di manifestare le loro perplessità in merito alla composizione delle liste. Guangi, chiamato in viva voce da De Siano nel corso conferenza stampa, rispondendo a una domanda ha così espresso il suo malessere politico: «Siamo in una fase di riflessione – ha detto – e dovremo rivederci con Iris per fare il punto della situazione. Quello che è stato fatto dal coordinamento è stato un obbrobrio. La settimana prossima daremo comunicazioni ai nostri elettori sul da farsi per le prossime elezioni, ma oggi – ha concluso Guangi – non mi sento di dire di votare Forza Italia». Solo dopo l’election day del 25 settembre sarà chiaro se questo redde rationem avrà giovato a quello che sarà il risultato di Forza Italia, e del centrodestra, o avrà rafforzato le forze politiche rivali su cui gli ex forzisti dirotteranno i propri voti.

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