CASERTA – Mai come in questi giorni Roma pullula di politici casertani del Pd. Un via vai continuo. Si vocifera (ma noi non ci crediamo) che qualcuno si sia portato anche il cane non avendo nessuno a casa a cui lasciarlo. Qualche altro si è munito di sacco a pelo e ha dormito all’addiaccio davanti ai palazzi romani dei Democratici, macinando chilometri per spostarsi da un posto all’altro a caccia di qualche “big” del partito, nella speranza di un “miracolo”.
Quale? Strappare in extremis la candidatura al Parlamento. Un pellegrinaggio estenuante e pieno di sofferenza. In qualche caso, l’andirivieni da un palazzo all’altro ha ridotto allo stremo i questuanti di un posto alla Camera o al Senato. Le rincorse ai “capi” del Pd hanno riportato alla mente il Mennea degli anni d’oro. Ma non tutti i politici casertani hanno il fisico da atleta, e qualcuno ha dovuto rinunciare all’inseguimento.
Quella dell’aspirante candidato al Parlamento è proprio una vitaccia! Corri di qua, corri di là, e nessuno che ti dia veramente retta. Tu chiedi: “Mi candidate?”. E loro, i “big”, ti guardano con noncuranza, e rispondono: “Stiamo valutando, poi si vede”.
Per le malelingue (ma noi non ci crediamo) ci sarebbe anche chi si è trasferito a Roma non solo per perorare la sua causa, ma addirittura per sbarrare la strada a Nicola Caputo, la cui candidatura blindata è da qualche giorno in bilico per un avviso di garanzia. Per la serie: “Mors tua, vita mea”. Ma no! Impossibile.
Anche perché tra i dirigenti casertani in circolazione a Roma c’erano persone “insospettabili” e di lunga militanza politica come l’ex segretario provinciale Dario Abbate, il sindaco di Macerata Campania, Luigi Munno e l’ex sindaco di Marcianise Filippo Fecondo. Persone stimabili e perbene che non potrebbero mai augurarsi il male degli altri, a maggior ragione di un amico di partito.
I maligni potrebbero chiedersi: ma cosa ci facevano assieme a Roma? Ovvio no: erano turisti per caso.
Mario De Michele