ALIFE – Il Comitato contro il biodigestore di Alife ha diramato una nuova nota stampa. La pubblichiamo integralmente. “La conferenza sull’impatto ambientale delle polveri sottili e delle nanoparticelle sull’agricoltura, l’inquinamento della catena alimentare, le patologie e gli effetti devastanti sulla salute, svoltasi la scorsa domenica presso la sala consiliare del Comune di Alife, ha lanciato un forte messaggio di denuncia a difesa del nostro territorio, e della salute. Dopo i saluti del Sindaco di Alife Giuseppe Avecone, che ha spiegato le ragioni del “No” alla costruzione di un impianto da 75mila tonnellate di rifiuti organici che dovrebbe sorgere nell’area Asi Matese, in un’ area completamente priva di infrastrutture e ricca di terreni agricoli, a ridosso del Parco Regionale del Matese, hanno relazionato scienziati di fama mondiale che con le loro ricerche sulle nanoparticelle, hanno una volta per tutte fatto chiarezza sull’inganno e la grossa truffa che si nasconde dietro l’affaire inceneritori, impianti a biomasse e a biogas. L’evento è stato organizzato dal “Movimento Internazionale per la Pace e la Salvaguardia del Creato III Millennio”, presieduto da Agnese Ginocchio, alifana di origine, impegnata da anni nella lotta a difesa della Pace, dei diritti e della difesa dell’ambiente. Sono stati presenti con un gazebo in piazza, aderendo e sostenendo l’importante manifestazione, i rappresentanti del “Comitato Cittadino per la Tutela della Salute e dell’Ambiente”. Il Comitato Cittadino, come l’Organismo promotore dell’evento, confidano nell’importante supporto di questi scienziati di fama internazionale i quali metteranno a disposizione del fronte del No al Biodigestore di Alife una serie di documenti che saranno inviati agli Enti che si dovranno pronunciare nella fase concernente uno dei tanti pareri che l’impianto deve ottenere: l’Autorizzazione Integrata Ambientale(AIA), obbligatoria per certi impianti che emettono in atmosfera. A prendere la parola alla conferenza è stata la dottoressa Antonietta Gatti del Consiglio Nazionale delle Ricerche – ISTEC Faenza (progetto EcoFoodFertility). A seguire il dottor Stefano Montanari, Nanodiagnostic Faenza e le conclusioni toccheranno al dottor Luigi Montano, UroAndrologo, Coordinatore Progetto EcoFoodFertility, che ha affrontato un tema specifico: “Valutazione dell’impatto ambientale e alimentare sulla fertilità maschile”. Ha moderato i lavori della giornata Gino Ponsillo, Consigliere del Direttivo del Movimento per la Pace. La Dottoressa Gatti, già nominata consulente della Commissione d’inchiesta per alcuni studi molto particolari che aveva sviluppato all’interno di progetti europei di ricerca, ha esordito dicendo: “Noi avevamo sviluppato tutta una nuova tecnica diagnostica per cui andavamo ad analizzare direttamente dentro il tessuto patologico e andavamo ad analizzare se c’erano delle polveri ultrasottili, nanoparticelle. Questi corpi estranei è chiaro che non ci devono essere. E noi siamo anche in grado di determinarne la composizione chimica delle nanoparticelle. Questo è di aiuto perché dalla composizione chimica si può risalire alla sorgente che ha generato queste polveri. Allora la presenza di queste polveri significa che sicuramente il paziente è stato esposto ad inquinamento ambientale”. Il Dott. Stefano Montanari ha proseguito: “le nanoparticelle sono corpuscoli talmente piccoli, ed incontrollabili, che vanno a depositarsi su tutto, entrano nel corpo umano attraverso l’aria e la catena alimentare inquinata, penetrano nella profondità dei polmoni e vanno a finire nel circolo sanguigno andando a colpire il globulo rosso, infine entrano nel Dna per modificarlo. I tumori, come quelli del rene, del fegato, della prostrata, del cervello, della tiroide e tutti gli altri, sono causati dalle nanoparticelle che entrano nel corpo e vanno a depositarsi negli organi impedendone la regolare funzione, il regolare circolo dell’ossigeno e quindi il regolare processo di depurazione dell’organismo. Non sono catturate in modo efficiente dai filtri di depurazione di inceneritori e impianti biomasse o biogas, i quali sono tutti impianti inquinanti. Le nanoparticelle si depositano sui terreni, vanno a finire nel corpo degli animali allevati per la produzione del latte, nei terreni dove vengono coltivati i prodotti agricoli, andando a inquinare la catena alimentare. Così il latte prodotto da questi animali contiene veleni, i prodotti agricoli la stessa cosa, a maggior rischio è la falda acquifera situata in zone dove sono presenti impianti da combustione che immettono nanoparticelle. Esse viaggiano a lunga distanza e restano in sospensione per un periodo di tempo prolungato. Non c’è alcun metodo per fermare questi corpuscoli quasi invisibili che si riescono ad individuare solo con particolari apparecchiature. Essi rappresentano il primo pericolo mortale dell’uomo. L’unica soluzione che esiste è solo quella di smettere di inquinare e di smetterla con il folle piano di realizzare impianti da combustione per l’incenerimento di rifiuti”. Il prof. Luigi Montano ha riferito che le nanoparticelle vanno a finire anche nello sperma umano, impedendone il regolare processo di inseminazione. Ecco perché sono sempre più in aumento le patologie di infertilità maschile. Non è possibile generalizzare i dati di inquinamento, ma ogni singolo caso andrebbe studiato prelevando un campione per poter risalire al tipo di inquinamento a cui il paziente è stato esposto. In questo consiste il progetto che sta portando avanti, nel quale sono stati coinvolti i Dott. Gatti e Montanari. Un’attenta analisi da parte dei tre scienziati, che ha esaurientemente spiegato i pericoli a cui si andrà esposti con la presenza di un impianto biogas da 75mila tonnellate di rifiuti organici”. La manifestazione è culminata con la cerimonia di conferimento del Premio Internazionale della “Colomba della Pace” che la Presidente dell’Organismo promotore dell’evento, Agnese Ginocchio, insieme ai rappresentanti del Direttivo hanno consegnato, per le mani del Sindaco Giuseppe Avecone ai Dott. Gatti e Montanari”.
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