Peppe Stabile è a casa a riposo e tranquillizza tutti. Si chiude così una querelle durata alcune ore. Il presidente del consiglio comunale della città di Aversa ha avuto un piccolo malore dovuto allo stress accumulato durante la mattinata passata a governare un’assise delicata e soltanto a scopo precauzionale ha voluto farsi visitare dal suo cardiologo di fiducia. Non c’è stato alcun ricovero o passaggio al pronto soccorso del Moscati come invece aveva lasciato intendere il capogruppo di Noi Aversani Rosario Capasso al momento di chiedere una sospensione della verifica del numero legale. Sembrerebbe che ci sia stato un blackout nelle comunicazioni o comunque alcuni fraintendimenti che hanno fatto sorgere l’equivoco. Chiarito il caso Stabile, al quale auguriamo di rimettersi subito in sesto per tornare al suo posto infiammerà nelle prossime ore la polemica politica. Dai banchi della maggioranza difficilmente faranno passare in silenzio l’atteggiamento dell’opposizione che ha scelto la strada dell’ostruzionismo e del logoramento. Per ore, infatti, non si è discusso di bilancio ma soltanto di questioni pregiudiziali con continue richieste di verifica del numero legale. In pratica il consiglio comunale di Aversa è finito ancor prima di cominciare. La stessa fine della seduta odierna è stata imposta da una parte della minoranza che ha detto no alla sospensione invocata dalla truppa di sagliocchiani, i quali volevano prima accertarsi delle condizioni di salute di Stabile prima di prendere una decisione definitiva. Adesso il consiglio dovrà essere riconvocato. Una procedura d’urgenza permetterà di rispettare il termine imposto dalla diffida del prefetto. Ma le forze in campo non cambieranno. La maggioranza, sindaco e presidente del consiglio compresi, dovrà restare incollata alle poltrone mentre l’opposizione avrà margine di manovra per cercare di far saltare il banco. Come la si pensi è comunque umiliante per l’istituzione della seconda città della provincia di Caserta assistere a questo teatrino. Sagliocco dovrebbe prendere atto che non ha i numeri per governare la città. L’amministrazione non può continuare a reggersi per un solo voto, il suo. Sarebbe meglio tornare alle urne ma in Italia l’attaccamento alle poltrone colpisce tutti, da destra a sinistra per cui è molto meglio una lenta agonia, anche se a farne le spese è una città intera. Non ci resta che attendere la nuova convocazione, che avverrà domattina per il giorno 2 settembre. E le nuove polemiche.

Angelo Golia

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