Le critiche che sono state formulate attraverso gli ultimi articoli apparsi sulla stampa sono del tutto improprie sul piano tecnico ancor prima che sul quello politico. Ed è proprio l’aspetto tecnico che vorrei mettere a fuoco rinviando la scena politica ad altro tipo di discussioni che dovranno avere ad oggetto le decisioni e gli orientamenti che riguardano i nostri cittadini e il nostro territorio.

Per la prima volta nel 2015 il comparto degli enti locali affronta la più radicale riforma mai vista prima in tema sistemi contabili e di bilancio; così si esprime la relazione di accompagnamento della disciplina di cui al D.Lgs. 118/2011 avente ad oggetto l’armonizzazione dei sistemi contabili e di bilancio di regioni, enti locali e loro enti ed organismi strumentali. La norma citata non solo riscrive totalmente le regole di contabilità pubblica ma ha una portata tale da avere un effetto diretto ed immediato sui comportamenti gestionali. Già proprio quei comportamenti che, in qualche modo, venivano legittimati dal previgente ordinamento contabile e che negli anni hanno portato alla formulazione di bilanci di previsione pienamente conformi alla norma ma non in grado di tenere in debito conto l’effettiva situazione economica e finanziaria del singolo ente. Così le regole contabili evidenziavano la disponibilità di spazi finanziari che in realtà avevano una dimensione molto più contenuta di quello che poteva sembrare.

Oggi, nel 2015, ci apprestiamo a compiere un doppio salto nel governo delle dinamiche di bilancio. Il primo è rappresentato dal riordino della fiscalità e dal complessivo contenimento del sistema delle entrate locali (si consideri che il comune ha assistito ad un taglio dei trasferimenti di circa 5milioni Euro a partire dal 2012) anche alla luce dei programmi di spending review adottati dal governo centrale. Il secondo è quello che più riguarda la delega al bilancio ed è collegato all’introduzione, per la prima volta, nell’esercizio 2015, dei nuovi principi contabili. In particolare le regole più stringenti riguardano:

a)     la revisione straordinaria dello stato dei residui attivi e passivi e la rideterminazione (“straordinaria”) del risultato di amministrazione al primo gennaio 2015. Per capire l’effetto a bilancio di queste regole è sufficiente considerare che il risultato di amministrazione determinato secondo le regole previgenti alla data del 31.12.2014 registrava un segno positivo qualificandosi nei termini di un avanzo per un ammontare pari a 11milioni.  Lo stesso risultato ha assunto un segno negativo alla data del primo gennaio 2015 qualificandosi come disavanzo per un ammontare pari a – 3milioni. È evidente che dal 31.12.2014 al 1.1.2015 non c’è nessun atto gestionale che può aver determinato questa differenza ma si tratta esclusivamente della lettura dei fenomeni contabili sulla base di nuovi principi e regole.

b)    l’adozione del nuovo criterio di competenza finanziaria che vincola l’ente a considerare nel bilancio di previsione 2015 esclusivamente le coperture collegate ad entrate che vanno a scadenza nello stesso esercizio escludendo le entrate il cui accertamento può essere rilevato nell’esercizio 2015 ma che sono da imputar agli esercizi successivi in quanto non in scadenza nell’anno 2015.

c)     la determinazione di un fondo crediti di dubbia è difficile esigibilità che si fonda su un puro calcolo matematico basato sulla considerazione dell’andamento  delle riscossioni rispetto alle somme accertate negli ultimi cinque esercizi, cioè negli esercizi in cui venivano applicate le regole contabili previgenti. Aspetto che pregiudica ulteriormente la possibilità di disporre di spazi finanziari nell’ambito del bilancio di previsione 2015 e che necessariamente si scarica nel risultato di amministrazione in termini peggiorativi. La straordinarietà della disciplina ha portato il governo ad emanare una serie di provvedimenti volti ad agevolare la copertura degli impatti a bilancio (si veda ad esempio il decreto del ministero dell’economia e delle finanze dell’aprile di quest’anno che dà la possibilità di “spalmare” in 30 anni la copertura del maggior disavanzo di amministrazione determinato in sede di riaccertamento straordinario dei residui).

Questo è quello che oggi l’Ente si trova ad affrontare per la mera applicazione dei nuovi principi e criteri di cui al D.Lgs. 118/2011. Nessun disordine dei conti ma solo l’applicazione di un nuovo regime contabile che tuttavia ha impatti gestionali molto importanti e che impone un ripensamento dei paradigmi tradizionali utilizzati per la valutazione della sostenibilità delle politiche locali. Tuttavia il bilancio del comune ha in se gli elementi di flessibilità sia sul lato delle entrate che su quello delle uscite che consentiranno di assorbire l’impatto della riforma. Naturalmente la dinamica degli incassi così come il monitoraggio dei contenziosi e il potenziamento della capacità istituzionale degli uffici tecnici meritano attenzione e richiedono di proseguire nella strada già intrapresa dall’attuale amministrazione e che sarà rafforzata attraverso una adeguata programmazione delle azioni che saranno adottate.

Lino Fierro

Assessore al Bilancio Aversa

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