Si è tenuto ieri, al Comune di Aversa un importante Consiglio Comunale per l’approvazione del bilancio. Nella sua relazione la consigliera del Movimento 5 Stelle Maria Grazia Mazzoni ha evidenziato, ancora una volta, che i costi altissimi dello smaltimento dei rifiuti e l’aumento della TARI dovrebbero far diventare la città di Aversa un vero e proprio salotto. La Mazzoni ha dichiarato: “Come volete che un cittadino comprenda, per esempio, l’allegato A della delibera di giunta 95/17 dove la descrizione di una spesa di 315.801 euro è denominata – Costo per altre voci – ed un’altra come – Spese generali – per un importo di 305.756. Non vi pare una descrizione troppo generica per somme cosi alte? ” E ancora, parlando di rifiuti: “Per questa materia contabile nel Dup e nelle sue note integrative di aggiornamento (pag 47) nessun obiettivo programmatico risulta descritto, nessun obiettivo teso all’efficienza del servizio o al contenimento dei costi di gestione ma unicamente la descrizione del percorso burocratico sul versante degli incassi. Insomma l’interesse principale è sempre pescare dalla tasca dei cittadini. Ai cittadini interessa un servizio efficiente e una città veramente pulita. Con tutto quello che paghiamo questa città dovrebbe essere un salotto in ogni angolo, in ogni strada, in ogni periferia. I cittadini pagano volentieri le tasse solo se gli ritorna tutto in termini di servizi. L’evasione, che in questa città è un fenomeno serio e preoccupante basta leggere i dati riportati a pag 49 della nota di aggioramento DUP: anno 2014 per la Tari incassati 7.864.398 rispetto a 12.272.966, anno 2015 incassati 7.305.575 rispetto a 12.274.660! L’evasione si combatte anche cosi, con l’efficienza dei servizi!! Io pago ma tu cosa mi dai in cambio?” La pentastellata ha chiesto anche perché è stata data una nuova proroga alla Senesi e perché una gara di appalto non è stata fatta in tempo utile. La Mazzoni ha denunciato l’inesistenza di politiche sociali e una programmazione ridicola delle opere pubbliche. Per i beni patrimoniali comunali la Mazzoni ha focalizzato l’attenzione soprattutto sull’abbandono del padiglione Leonardo Bianchi nella Maddalena (ed ha ricordato il tragico incendio di questi giorni al ex ospedale psichiatrico) acquistato dal comune per 2 milioni di euro e lasciato vergognosamente in uno stato di abbandono. La Mazzoni ha poi ricordato l’altra grande vergogna aversana : l’edificio ex carcere mandamentale, la famosa casa dello studente inaugurata più volte e mai aperta, leggendo a pag 8 dell’atto di convenzione tra l’A.Di.S.U (Azienda Diritto Studio Universitario) e il Comune per questo immobile: “La concessione può essere risolta per inadempimenti a termine di legge nei seguenti casi…” e tra questi casi al punto B si legge: “mancata prestazione del servizio abitativo a favore degli studenti universitari prolungatesi per oltre due anni accademici per cause dipendenti da volontà e negligenza dell’ADi.S.U.”. Nella sua relazione la Mazzoni ha ricordato l’art. 208 del nuovo codice della strada e ha chiesto all’amministrazione cosi intende fare per la sicurezza stradale per la quota del 50% (sulle multe) cosi come prevede la legge. “Dal punto di vista tecnico è un bilancio perfetto perché contabilmente le entrate quadrano con le uscite. Ma a questa solidità finanziaria dovrebbe corrispondere una maggiore progettualità in termini di investimenti, cioè capire cosa vuole essere Aversa nei prossimi anni. Si potrebbe dire che è un bilancio senza anima che ha badato a tenere i conti entro i limiti della buona amministrazione, dove è difficile darne un giudizio politico, mentre quello contabile è gia espresso dal Collegio dei revisori. Per tutte queste ragioni il Movimento 5 Stelle non ha presentato emendamenti al bilancio; dalla loro eventuale approvazione la città avrebbe avuto un beneficio insignificante. Noi del Movimento sogniamo un bilancio condiviso, partecipato che contenga l’idea di una città nuova, giusta e vivibile per tutti.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui