CAPODRISE. Ha scelto la sua fan page, lo strumento che il sindaco Angelo Crescente usa con più frequenza per dialogare con i cittadini, per lanciare la “rigenerazione” di Palazzo delle Arti. Un progetto che Crescente non esita a definire il più ambizioso della sua esperienza amministrativa. «Una delle aspirazioni del mio primo mandato, e che adesso sto ricoltivando con nuova determinazione – rivela –, era quella di puntare sulla cultura, che considero uno straordinario motore per rigenerare il territorio. I talenti e le intelligenze non mancavano allora e non mancano oggi. Ciò che manca è, forse, la sensibilità non episodica di riconoscerli, la capacità durevole di stimolarli e uno spazio permanente nel quale talenti e intelligenze possano esprimersi e dal quale irradiarsi sulla città e oltre. Capodrise ha la fortuna, figlia della lungimiranza di chi mi ha preceduto, di avere un luogo deputato a questa funzione, il Palazzo delle Arti, in via Giannini; una dimora privata, sorta tra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento, bene pubblico dal 1997, che ha già ospitato eventi meravigliosi. Il Comune – ammette Crescente – non ha risorse economiche da destinare alla struttura, ma sono convinto, e ne sto avendo prova in questi giorni, che ne possiede di più preziose, come la generosità, l’ingegno, la creatività; ecco perché credo sia arrivato il momento di iniziare, per il Palazzo, quel processo di mutazione genica che ho immaginato nel 2011: riportarlo alle origini per restituirlo al futuro, con una nuova missione. Diverrà uno spazio libero, aperto, dinamico, sottoposto a continue sollecitazioni. Uno spazio con porte e finestre spalancate! Vivo, pensante e formativo, che sia a disposizione degli artisti e delle energie sociali, affinché gli uni e le altre possano confrontarsi e dialogare con il territorio. Anche la società in cui viviamo – prosegue Crescente – ha subìto una mutazione genica: è una società veloce, distratta, appiattita sulla quotidianità; una società che ha smarrito il senso del tempo. Ebbene, attraverso l’arte, e la cultura, è possibile recuperare questa dimensione fondamentale dell’uomo. Un’opera è in grado di interrogarci, di provocarci, senza chiedere nulla in cambio se non l’attenzione e disponibilità a lasciarsi contaminare. Solo se concediamo a noi stessi e all’artista del tempo, la creazione riesce a superare la dimensione contemplativa e si trasforma in esperienza. Il Palazzo delle Arti sarà un ponte, uno spartiacque tra il passato e il futuro, la tappa di un viaggio verso l’altro, verso il mondo. Considero la sua rigenerazione il progetto più ambizioso del mio mandato, consapevole della complessità e delle insidie che mi aspettano. Tuttavia – conclude Crescente –, provarci è per me un’emergenza insopprimibile».

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