Riceviamo e pubblichiamo una nota di Francesco Luongo, candidato sindaco della lista ‘Vivi Casaluce’ e dei candidati a consigliere. Ecco il testo: “Oltre 15 mila euro di telefonate in sei mesi, spese dal sindaco di Casaluce Rany Pagano. Se non è un record poco ci manca. La bolletta più costosa, di un importo pari a 8.718,60 euro, è stata inoltrata a novembre. Un’altra, altrettanto salata di 5.096,34 euro è stata presentata a settembre. Mentre la terza in ordine di grandezza, risale a gennaio, quando c’è stato un consumo per spese telefoniche, internet e facebook di 1.814,34 euro. “Quanto accaduto per i consumi telefonici è un fatto gravissimo per tutta la comunità di Casaluce” dice Francesco Luongo, candidato a sindaco per la lista ‘Vivi Casaluce’. “Il sindaco uscente parla di legalità e trasparenza, mentre al Comune vengono permesse spese folli come questa”. Secondo Francesco Luongo, quest’uso in proprio della macchina pubblica la “vera faccia del primo cittadino, che ha mostrato un totale disinteresse per il contenimento della spesa pubblica, che viene finanziata con i soldi dei casalucesi onesti”. Inoltre, questo comportamento senza giustificazioni, fa capire quando si grande il “disinteresse verso le esigenze reali dei cittadini”. “Il cambiamento non è sicuramente spendere oltre 15 mila euro per le spese telefoniche” fanno sapere i candidati della lista ‘Vivi Casaluce’. Alla luce dei fatti Francesco Luongo ha deciso di inviare una “segnalazione alla Corte dei Conti, che avverrà martedì”. Intanto Francesco Luongo ci tiene a precisare, dopo le parole del sindaco Uscente, di non aver mai detto che l’amministrazione “ha pagato quelle bollette, ma le fatture inviate dall’azienda che gestisce il traffico telefonico, dimostrano che c’è stato un effettivo consumo”. Se questo poi non dovesse corrispondere a verità “siamo pronti a visionare una lettera di scuse della Tim, oppure una fattura rettificata” dice Luongo che conclude: “Se Pagano crede che stiamo dicendo del falso, allora ci denunci pure alla Procura della Repubblica, così come faremo noi con la Corte dei Conti”.

 

 

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