Protocollata questa mattina al Comune di Caserta la petizione con la quale un migliaio di cittadini casertani, su iniziativa di alcune associazioni e comitati ambientalisti (Associzione OsservAzione – Caserta Com.E.R. – Comitato Emergenza Rifiuti Caserta Movimento Civico LiberaMente Prov. Caserta Legambiente Circolo di Caserta Associazione Caserta Bene Comune),

chiedono al Sindaco Del Gaudio di intervenire con urgenza per la tutela della salute della popolazione casertana, vietando la realizzazione del sito di stoccaggio nella località Lo Uttaro. Tra i firmatari della petizione anche consiglieri comunali sia di maggioranza che di opposizione, tra cui Nicola Melone, Luigi Ebraico, Francesco Apperti, e Carlo Marino, l’assessore provinciale Marco Cerreto, oltre al Vescovo emerito di Caserta Raffaele Nogaro. Ora le associazioni che hanno promosso la petizione attendono l’intervento del Sindaco. “Si ricorda che con decreto dirigenziale n. 193 dell’11 agosto 2011 la Regione Campania aveva autorizzato la realizzazione dell’impianto di stoccaggio per rifiuti pericolosi e non pericolosi, al termine di una veloce istruttoria culminata con una conferenza di servizi che pur nell’assenza di decisive autorizzazioni ed importanti documentazioni ha dato il proprio parere favorevole all’impianto. Sia le associazioni ambientaliste sia tutti i Comuni della zona hanno fatto ricorso contro questo decreto, che ora è in discussione davanti al Tar del Lazio. Ma l’iniziativa legale deve affiancarsi ad una decisa presa di posizione politica ed istituzionale di chi ha potere di intervento nella zona, e quindi del Sindaco di Caserta, anche in virtù dei poteri assegnatigli quale massima autorità sanitaria nel proprio territorio. Infatti il sito dovrebbe sorgere proprio in una area già abbondantemente inquinata e degradata, quale quella de Lo Uttaro, mentre sia la regione Campania sia lo stesso Comune hanno previsto in questa zona interventi di caratterizzazione ed interventi di bonifica, finanziati con circa 20 milioni di euro. Sembra evidente la contraddizione tra l’azione di bonifica di una area, inquinata dallo sversamento per decenni di rifiuti di ogni genere, e la realizzazione di un altro impianto di rifiuti, fra l’altro gestito da privati e quindi senza adeguati controlli pubblici. Le associazioni osservano poi che un altro impianto insalubre in quell’area ostacolerebbe definitivamente la realizzazione del Policlinico, con grave danno per tutta la zona. Per questo aspettiamo fiduciosi l’intervento del Sindaco, che più volte si è espresso sulla stampa contro il decreto regionale, ricordando che il termine di trenta giorni per la convocazione del Consiglio comunale per la discussione della petizione scade proprio nell’imminenza della pronuncia del Tar”.

 

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