SAN NICOLA LA STRADA – Riceviamo e pubblichiamo l’appello del comitato San Nicola città partecipata. “Ormai il 2012 volge alla fine e gli auspici per la nuova alba del 2013 non sembrano per nulla confortanti sia a livello nazionale e sia a livello cittadino. L’anno che sta terminando ci sta lasciando una forte eredità che potremo risolvere fruttuosamente solo ad una condizione: ritrovare quella unità di identità che contraddistingue i popoli nei momenti decisivi della propria vita.
Non parliamo di schieramenti politici di destra, di sinistra o di centro bensì di responsabilizzazione dell’individuo alla vita della comunità a cui si appartiene mediante la partecipazione fattiva alle vicende di ogni giorno, alle scelte che andiamo a fare insieme agli altri senza alcuna remora o strategia personale ed a prescindere dai ruoli ricoperti. Ora non possiamo sbagliare più! Non a caso il nostro comitato cittadino parla di una San Nicola la Strada, città partecipata e questo termine non è stato scelto a caso. Ma il termine non basta! L’essenza sta nella comprensione del significato da parte di una moltitudine di persone che fa suo il principio e lo vive insieme agli altri. Venti, sessanta, cento persone su una cittadinanza di ventimila individui rappresentano solo un seme dal quale si potrà auspicare, in futuro , una crescita quantitativa e qualitativa. Ma non c’è più tempo per aspettare questa crescita. Davanti agli occhi di ognuno c’è lo scempio della natura violentata dall’immondizia e dal cemento; c’è la distruzione dei beni comuni che di giorno in giorno vengono lasciati nell’incuria più squallida e nell’indifferenza collettiva; c’è la confusione nei servizi che per tale motivo non vengono presi neppure in considerazione; neppure la paura di tumori ed altre terribili malattie fa aprire gli occhi su certi focolai di possibili cause di mortalità precoce; e poi il caos del traffico su strade sempre più martoriate e dissestate che, però, continuiamo a percorrere con grave rischio dei nostri veicoli e dei pedoni. Il tutto nell’indifferenza più becera. E cosa dobbiamo aspettare ancora per prendere coscienza di queste e di tante altre problematiche che ci affliggono quotidianamente? Quanto tempo ci occorre per capire che un giorno di ritardo può significare il precipitare in un baratro da cui poi diventa difficilissimo risalire. Riprendiamo con vigore i nostri ruoli e viviamoli in conformità alla nostra coscienza. A volte basta una presa d’atto per capire tante cose e modificare gli eventi a vantaggio di tutti. Il 2013 deve essere un anno di chiarezza da parte di tutti e soprattutto un anno in cui deve iniziare la riscossa della partecipazione a discapito dell’indifferenza, l’inizio della responsabilizzazione contro ogni forma di incuria, l’inizio della costruzione di una società basata sulla dignità dell’uomo. Ma ricordate che tutto ciò si può ottenere solo con una presa di coscienza collettiva ed insieme. Buon 2013 a tutti.”