CASERTA – Niente accordo. Anche i due candidati alla segreteria provinciale del Pd di Caserta parlano due lingue diverse. Incomprensibili tra loro. Il tentativo di demandare a loro il compito di trovare un’intesa sulla data del voto è fallito miseramente. Durante l’incontro di oggi convocato da Gennaro Falco, presidente della commissione provinciale per il congresso, Raffaele Vitale e Peppe Roseto non hanno trovato il bandolo di una matassa che col passare del tempo sta diventando sempre più intricata.

Il sindaco di Parete ha ribadito la volontà di celebrare il congresso domenica 3 novembre: ci sono le condizioni per votare, per cui altri rinvii non hanno senso. Ha detto in sintesi Vitale. Dal canto suo Roseto ha proposto una mediazione sulle date indicate dai due schieramenti (3 e 6 novembre). Falco ha invece chiesto la disponibilità a spostare il voto a domenica 10 novembre con la richiesta di una deroga a Roma, in quanto il regolamento prevede che le nuove assemblee per eleggere i segretari provinciali debbano essere convocate entro il 6 novembre. Il presidente della commissione provinciale per il congresso ha spiegato che non ci sono i tempi tecnici burocratici per mettere in moto la macchina organizzativa: corriamo il rischio di produrre inutilmente un immenso sforzo senza però riuscire a completare tutti gli adempimenti per andare al voto. E’ stato il succo del ragionamento di Falco.

 

Ma Vitale non ha raccolto il suo invito ed è rimasto ben saldo sulla sua posizione: congresso il 3 novembre. Nessuna intesa, quindi. Sul finire della discussione ha fatto capolino nella stanza anche Rosaria Capacchione, che appoggia Vitale. Col suo modo spiccio e diretto la senatrice ha chiaramente detto la sua: si deve votare il 3, non ci sono motivi per un altro rinvio, il congresso va celebrato altrimenti rischiamo il commissariamento. L’intervento della Capacchione non è andato giù a Roseto, che si è alzato di scatto ed è andato via.

Secondo il consigliere comunale di Orta di Atella la senatrice non avrebbe dovuto interferire in un incontro al quale non era stata invitata, parteggiando per uno dei due candidati. “E’ questione di correttezza politica e personale”, avrebbe tuonato Roseto. Insomma, la giornata di oggi si è trasformata in un altro campo di battaglia. E la guerra è tutt’altro che conclusa. Stasera infatti si terrà la riunione della commissione provinciale per il congresso. E dopo il mancato accordo tra i due candidati i sostenitori di Roseto già affilano le armi per colpire al cuore gli avversari in particolare sui ricorsi pendenti sul tesseramento dei Giovani democratici.

Mario De Michele

 

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