CASERTA – Good bye, Consorzio idrico Terra di Lavoro. La Regione Campania ha avviato l’iter per la risoluzione delle convenzioni e la restituzione delle opere affidate in concessione al CITL. In parole povere, il Consorzio sarà sciolto. Il decreto dirigenziale n. 1073 del 7 novembre 2012, adottato dal settore Ecologia, si basa sulle corpose e impietose relazioni sulla (mancata) manutenzione degli impianti e sulla gravissima situazione debitoria dell’ente presieduto da Pasquale Di Biasio.
Nonché sul lungo rosario di inadempienze tecniche, procedurali e gestionali che nel corso degli anni hanno condotto il Consorzio sull’orlo del fallimento. La Regione si riserva di valutare l’entità del danno cagionato dal CITL per assenza di manutenzione delle infrastrutture idriche ad essa affidate in concessione. Restano inoltre in piedi tutte le azioni avviate e da avviare per il recupero dei crediti vantati dalla Regione a titolo di tariffa per la fornitura idrica, per il collettamento e depurazione e quota di ammortamento, di cui si richiede al Consorzio il pagamento immediato.
Ai vertici del CITL non resta altro che presentare eventuali controdeduzioni entro il termine di 15 (quindici) giorni dalla notifica del provvedimento, scaduto il quale, nei successivi 20 giorni, sarà emanato il provvedimento definitivo. Insomma, il Consorzio idrico Terra di Lavoro ha le ore contate. Dai rilievi effettuati nel corso dei sopralluoghi e dalla documentazione fotografica acquisita è emerso un quadro di “assoluta noncuranza manutentiva degli impianti” affidati in concessione al CITL.
In merito al serbatoio di Casagiove, è stata riscontrato che “le saracinesche e gli organi di manovra in genere sono ricoperti da ossidazione, le tubazioni in acciaio, le scale in carpenteria e le ringhiere ecc. sono arrugginite denotando la mancanza assoluta di manutenzione. Gli infissi, la pavimentazione e l’impianto elettrico sono fatiscenti, gli intonaci sono ammalorati ed in alcuni tratti. L’accesso al livello inferiore della camera di manovra è addirittura pericoloso, stante il degrado che pervade l’intero manufatto. Inoltre non viene chiarito, in assenza della funzione del serbatoio, come venga assicurata la continuità e l’affidabilità del servizio in casi di emergenza”.
Stessa situazione di degrado per il serbatoio di Teano, che presenta “le condotte interne di ripartizione arrugginite sia per la mancanza di manutenzione e verniciatura che per la contemporanea presenza all’interno della camera di manovra di esalazioni di ipoclorito. Questa condizione ha aggravato una situazione di mancata manutenzione già di per sé insostenibile”. Tantissime le carenze nella manutenzione anche per il serbatoio di Monte Calabrese e per l’impianto di sollevamento di Pontelatone.
Ancor più disastrosa la gestione finanziaria dell’ente. L’assessorato all’Ecologia, infatti, sottolinea come il Consorzio Idrico Terra Lavoro abbia maturato nei confronti della Regione Campania una enorme debitoria pari, a tutto il terzo trimestre 2012, ad € 99.716.934,64 per mancato pagamento delle tariffe per la fornitura idrica proveniente dall’Acquedotto Campano. Il Consorzio risulta, inoltre, inadempiente rispetto al versamento della quota annuale di ammortamento, non avendo provveduto, almeno da quando è subentrata la Regione Campania alla Cassa del Mezzogiorno, al pagamento all’importo annuale, determinato, al 13.05.1963, in lire 456.000.
E ancora: il CITL non ha provveduto al pagamento delle tariffe di fornitura idrica in favore della Soc. Acqua Campania S.p.A. per l’approvvigionamento idrico proveniente dal Acquedotto Campania Occidante (ACO), così materializzando il rischio dell’interruzione del servizio di fornitura idrica a tutto danno delle popolazioni residenti nella provincia di Caserta.
I mancati pagamenti, fanno notare i dirigenti della Regione, sono ingiustificati alla luce della tariffa al mc di fornitura idrica approvata ed applicata dal CITL nei confronti della propria utenza – pari a 0, 345 nei confronti del Comuni serviti e da 0,4728 a 1,1031 nei confronti degli utenti privati. Tariffa che risulta di molto superiore rispetto alla tariffa regionale al mc applicata dalla Regione Campania alla stessa CITL pari ad € 0,182106. Un’altra grave contestazione riguarda la fornitura d’acqua, da parte del Consorzio (con le proprie tariffe) anche ai Comuni di Macerata Campana, Maddaloni, Cancello ed Arnone, Gricignano d’Aversa, Carinola, Carinaro, nonostante che gli stessi non avessero ceduto le proprie reti di distribuzione idrica interna. Il risultato? La discriminazione di alcuni Comuni, forniti dal CITL, rispetto a tutti gli altri Comuni forniti direttamente dalla Regione Campania, ai quali ultimi viene applicata la tariffa regionale al mc di 0,182106 €, ovvero ben inferiore rispetto a quella applicata dal CITL nei confronti dei Comuni pari a 0,345 € al mc.
Inoltre, essendo il Consorzio Idrico Terra di Lavoro titolare della gestione anche di diverse reti idriche di distribuzione comunale, aveva l’obbligo (al quale non ha ottemperato) di riscuotere e riversare alla Regione Campania (quale gestore degli impianti di depurazione comprensoriale di Marcianise, Acerra e Foce Regi Lagni, a servizio dei comuni facenti parte del CITL) le tariffe di depurazione e collettamento riscosse dall’utenza. E anche in questo caso si è accumulata un’enorme massa debitoria.
Alla luce di questi rilievi e di tante altre contestazioni, la Regione Campania ha deciso di chiudere i rubinetti (ci consentirete il gioco di parole) al Consorzio Idrico Terra di Lavoro, con l’avvio della revoca delle convenzioni, anticamera dello scioglimento dell’ente. E per Di Biasio e gli altri componenti del Cda finisce la cuccagna.
Mario De Michele