“Politica e camorra. Due pesi, due misure”: lo scrive su Facebook, il senatore Vincenzo D’Anna, vicepresidente del gruppo Gal, commentando il caso giudiziario della Cpl Concordia che vede fra gli indagati l’ex parlamentare dei Ds Lorenzo Diana. “Ho conosciuto Diana – scrive D’Anna – nei banchi del Consiglio provinciale di Caserta nel 1985. Non era uno dei tanti, era il leader del PCI a Caserta. Presumo sia innocente”. Tuttavia, prosegue D’Anna, contro di lui pesano accuse gravi “relative agli appalti milionari affidati al clan dei Casalesi per la metanizzazione in tutto l’Agro Aversano”. Eppure Diana – scrive D’Anna – ha ricevuto “un trattamento di favore evitando il carcere”. L’ex senatore dei DS – continua D’Anna – “riceve in queste ore solidarietà e difesa da Luigi de Magistris, da Renato Natale sindaco di Casal di Principe, lo stupore dubbioso di Raffaele Cantone, il silenzio assordante di Roberto Saviano e Antonio Di Pietro (nel cui partito era confluito), nel mentre dirigenti del PD ne minimizzano la figura. Tacciono gli intellettuali, i parlamentari del PD e tutta la canea dei manettari”. Eppure – scrive D’Anna – “queste stesse personalità pubbliche si erano inequivocabilmente espresse in favore del carcere preventivo per Nicola Cosentino ritenuto già camorrista a prescindere. Cosentino non è accusato da un capoclan, né gli vengono contestati reati contro la pubblica amministrazione. Eppure giace da due anni in carcere reietto e vilipeso dagli stessi che oggi sono solidali, stupiti e silenti”. Quanto ai magistrati – conclude D’Anna – “per Cosentino esiste la ‘pericolosità sociale’ perché il suo potere si è ‘cristallizzato nel tempo’ e deve scontare la galera pur da semplice cittadino, per Diana (che ha testimoniato contro Cosentino nel processo Eco4: a suo dire Nicola era il dominus politico in provincia di Caserta negli anni in cui Diana era implicato nei fatti che gli sono contestati), incaricato da de Magistris a presidente del Mercato Ortofrutticolo di Napoli non sussiste alcuna pericolosità”.