CASERTA – Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa di Speranza per Caserta sui dati della differenziata. “I dati sugli incassi del Comune di Caserta, derivanti dalla raccolta differenziata e resi pubblici sulle colonne di un quotidiano locale, scoperchiano una vera e propria beffa ai danni dei cittadini casertani. Ve lo dimostriamo portandovi un po’ a spasso per l’Italia: useremo come “dato chiave” il rapporto tra somma incassata dal Comune e tonnellate di materiale riciclabile venduto al Consorzio Nazionale Imballaggi (CONAI).

Partiamo da Monza, 120mila abitanti, raccolta differenziata al 54% (niente di eccezionale, quindi): il Comune incassa oltre un milione di euro l’anno, differenziando 30mila tonnellate: rapporto 34,11 €/tonn.

Scendiamo lungo l’Appennino ed arriviamo a Guidonia, provincia di Roma, 80mila abitanti ed una raccolta differenziata intorno al 50%: i guidoniani si mettono nel portafoglio quasi 24 euro per tonnellata di materiale riciclato.

Prendiamo poi un traghetto, ed arriviamo a Sinnai, Comune di 17mila anime nell’entroterra cagliaritano, anche lì sono di poco sopra al 50% di differenziata: il rapporto è di circa 20€/tonn.

Riprendiamo la nave, o se preferite un aereo, e torniamo nella nostra Caserta, dove leggiamo i seguenti dati per l’anno 2012: differenziando poco oltre il 42%, abbiamo riciclato ben oltre 17mila tonnellate di materiale, incassando la misera somma di 70mila euro. Vi risparmiamo il calcolo: il Comune di Caserta si è messo in tasca la ragguardevole cifra di quattro euro per ogni tonnellata di differenziata!

Fin qui i dati, ma quali sono le cause? Come è possibile una tale clamorosa differenza rispetto a città, pescate un po’ a caso “in giro” per l’Italia, con risultati appena sufficienti nella raccolta differenziata, ma non certo classificabili come “comuni ricicloni”? Come si giustifica, ad esempio, il fatto che solo considerando le 1.676 tonnellate di multimateriale  (plastica e alluminio), notoriamente materiali “pregiati”, a Caserta dovremmo essere già al di sopra dei 70mila euro dichiarati? Noi proviamo a fare qualche ipotesi. Senz’altro incide la totale assenza di verifiche su quantità e qualità di ciò che entra nelle isole ecologiche (tutte dotate di sistemi di pesatura e registrazione, mai entrati in funzione…) così come l’assoluta mancanza di controlli sul conferimento dei rifiuti porta a porta, con conseguente decadimento della qualità del materiale differenziato.

Il resto delle risposte ce le fornirà l’Assessore all’Ambiente (che a Caserta, lo ricordiamo, coincide con la persona del Sindaco), quando si discuterà l’interrogazione che Speranza per Caserta ha presentato in data odierna. Il Sindaco Del Gaudio, peraltro, è stato spettatore interessato al seminario “Strategia Rifiuti Zero: utopia o realtà?”, organizzato lunedì scorso da Speranza per Caserta, dichiarando di voler approfondire il tema a partire dalle best practices presentate in quella sede. Non ci resta che auspicare che il Sindaco/Assessore, dopo la lettura di questi dati, si convinca della necessità di una decisa accelerata nell’intraprendere la strada giusta nel ciclo dei rifiuti: una strada che farà bene all’ambiente, alla salute ma anche alle esangui casse comunali!”.

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