CASERTA – Oggi 18 gennaio scadono i tre mesi concessi dal Prefetto di Caserta all’Amministrazione Comunale, per “mettersi in regola con il sistema della raccolta differenziata”. Ricordiamo, infatti, che il 18 ottobre dello scorso anno l’Ente fu raggiunto da una diffida della Prefettura, che ottemperando all’art. 1 comma 6 del D.Lgs. 196/2010, preannunciava la nomina di un Commissario ad acta per la gestione e il corretto ciclo dei rifiuti, esautorando di fatto il Sindaco Del Gaudio che ha voluto tenere per sé questa delicata e complessa delega, senza riuscire, come era ampiamente prevedibile, a gestirla con la dovuta attenzione.
Speranza per Caserta, nell’attesa dell’adozione dei provvedimenti di competenza di Sua Eccellenza la Prefetta Carmela Pagano, come di consueto alla critica affianca la parte propositiva. Una proposta ambiziosa, di largo respiro e di ampie prospettive, verrà formalizzata nei prossimi giorni dai Consiglieri Apperti e Naim con la presentazione di una mozione, con la quale si chiederà all’Amministrazione Comunale di intraprendere un percorso “verso rifiuti zero”. Il percorso è già avviato in ormai migliaia di comuni virtuosi piccoli e grandi nel mondo (San Francisco, Buenos Aires, Canberra per citare le principali città dei vari continenti) ed in Italia, con 70 amministrazioni, di cui tre capoluoghi di provincia (La Spezia, Carrara, Benevento), per un totale di più di due milioni di abitanti (il 3,6% della popolazione nazionale) che seguono l’esempio di Capannori (LU), partita nel 2007 ed ora all’80% di differenziata. Pochi e semplici sono i concetti di fondo. I rifiuti vanno innanzitutto ridotti alla fonte, ed in ogni caso, se correttamente trattati, possono diventare una risorsa per l’ambiente e determinare risparmi per i cittadini. Infatti, una differenziata con basse percentuali e bassa qualità grava due volte sia sulle casse del Comune, sia nelle tasche dei cittadini, in quanto l’Ente sborserà in misura maggiore il conferimento in discarica, ed incasserà di meno sulla “vendita” del materiale differenziato ai consorzi di riciclo. Sprechi gravissimi ed inammissibili in un Comune che ha difficoltà a garantire i servizi minimi ai cittadini, considerato lo stato di dissesto finanziario.