Vittoria dell’amministrazione comunale dinanzi al Consiglio di Stato nella vicenda che vede contrapposto il Comune di Dragoni e la Cooperativa Giovani Cunicultori Pomiglianese, proprietaria di un mega allevamento nella frazione San Marco. Con ordinanza resa in sede giurisdizionale dalla quinta sezione del massimo tribunale di giustizia amministrativa presieduta dal magistrato Mario Luigi Torsello, nei giorni scorsi è stato respinto il ricorso presentato dal legale rappresentante dell’azienda Luigi Errichiello avverso l’ordinanza cautelare con la quale il Tar Campania aveva già dato ragione al Comune che aveva ordinato ai vertici della cooperativa la rimozione residui liquidi e solidi del materiale refluo proveniente dalle aree di pertinenza dei capannoni ubicati nella zona di San Marco. Proprio lo scarico dei reflui prodotti dalle migliaia di conigli ha costantemente creato miasmi e cattivi olezzi con conseguenti proteste dei residenti della zona che, negli anni, non hanno mai portato all’adozione di alcun provvedimento. Dall’insediamento dell’attuale amministrazione guidata dal Sindaco Silvio Lavornia, però, sono iniziati i primi controlli da parte degli agenti della polizia municipale, agli ordini dell’Assessore Antimo Nocera, unitamente alla ferma volontà del governo cittadino, su impulso del Vice Sindaco e Assessore all’Ambiente Pierino Piucci, di tutelare la salute pubblica e di preservare tanto i cittadini quanto il territorio da ogni forma di inquinamento. Un diritto alla salubrità dell’ambiente che la giunta che ho l’onore di guidare ha perseguito avviando una serie di attività di vigilanza sulle diverse aziende zootecniche operanti sul territorio, fra le quali anche la cooperativa dei Giovani Cunicoltori Pomiglianesi, tanto da accertare alcuni illeciti amministrativi puntualmente segnalati all’Arpac e contravvenzionati dai vigili urbani e puniti dal Sindaco quale massima autorità sanitaria locale. Nel corso dei controlli effettuati congiuntamente da polizia mi municipale e autorità regionale per la protezione dell’ambiente in Campania, erano state scoperte diverse tubazioni di drenaggio delle acque reflue dei piazzali pertinenti ai capannoni direttamente sulla strada comunale posta a confine dell’azienda causando la fuoriuscita di liquidi e la compromissione del tracciato della strada, oltre che inconvenienti igienico-sanitari. Alla luce di tanto, in un’ordinanza sindacale emanata lo scorso anno, era disposta a carico degli allevatori cunicoltori l’eliminazione ad horas della tubazione collocata sul confine stradale di via Cerasone, con il contestuale ripristino della sede viaria interessata con la rimozione dei residui liquidi e solidi del materiale refluo lungo tutto il tratto interessato. Contro tale provvedimento sindacale, l’azienda ha fatto prima ricorso al Tar e poi al Consiglio Comunale, ma in entrambi i casi è uscita soccombente perché i giudici amministrativi hanno ritenuto legittimo l’operato del comune e considerato “nel bilanciamento degli opposti interessi, allo stato, prevalente quello alla rimozione degli sversamenti sul suolo pubblico dei reflui provenienti, – scrivono i giudici amministrativi – secondo gli oggettivi riscontri contenuti nei verbali di sopralluogo effettuati dall’amministrazione, presso l’insediamento zootecnico”.