Due tappe forse decisive per scalare la montagna dell’accordo. Ieri pomeriggio al Tamarin si sono radunati i dissidenti del Pd casertano. All’ordine del giorno l’ipotesi di intesa con il gruppo Vitale-Graziano-Stellato-Marino in vista dell’assemblea di sabato 11 aprile per l’elezione della direzione provinciale. Nel corso della riunione nella segreteria politica di Nicola Caputo sono state valutate le diverse opzioni per pacificare il partito e presentare una lista unitaria (il termine ultimo è venerdì entro le 12). Oltre all’eurodeputato, che ha fatto da padrone di casa, al vertice hanno partecipato Peppe Roseto, Enzo Cappello, Franco De Michele, Silvio Sasso, Carlo Scatozza, Dario Abbate e Luigi Munno. A sorpresa hanno fatto capolino anche il consigliere regionale Gennaro Olivero e il padre di Pina Picierno. C’è stato un ampio confronto con toni neanche troppi serrati incentrati sulla necessità di gettare le basi per uscire dalla palude delle polemiche. I più pacifisti sono stati Cappello e Munno. Che hanno ribadito in tutte le salse che in una fase così delicata, con regionali e provinciali ormai alle porte, sarebbe un suicido politico continuare a “scannarsi”. Alle “colombe” Cappello e Munno si è contrapposto il “falco” Abbate”, molto meno propenso a imboccare la via dell’unità. Caputo ha preferito più ascoltare che dire la sua. E alla fine è prevalsa la linea del dialogo. Da un’idea di Scatozza si è deciso di assegnare alle diverse anime dem 2 posti in direzione per ogni 7 delegati espressi in assemblea dalle “correnti”. Ad esempio se una componente ha 14 firme di membri dell’assemblea ottiene 4 poltrone in direzione. Dopo un contatto telefonico con Raffaele Vitale, una delegazione dei ribelli composta da Cappello, Sasso, Scatozza e Munno si è diretta in serata al Jolly Hotel. Del gruppo ristretto avrebbe dovuto far parte anche Roseto, ma forse si è perso per strada e non ha raggiunto l’albergo. Una defezione all’ultimo minuto che puzza di bruciato. Il caputiano non ha partecipato probabilmente per non “impegnare” troppo la sua componente. Non a caso la squadra del deputato europeo ha già raccolto una ottantina di firme dei delegati dell’assemblea e ne sta raccogliendo ancora altre (una ventina di delegati sarebbero in stand-by pronti a sostenere un’eventuale lista al 100% caputiana). Una volta giunti al Jolly i quattro moschettieri Cappello, Sasso, Scatozza e Munno hanno esposto la proposta del “2 in direzione per ogni 7 in assemblea” ai supporter di Vitale. In trepidante attesa c’erano, oltre al segretario provinciale, Pasquale Stellato, Carlo Corvino e Gennaro Falco. La soluzione indicata dai dissidenti ha trovato i favori della maggioranza(?) del Pd. La svolta politica c’era stata tre giorni fa al Novotel durante un incontro tra Stellato, Marco Villano e Munno. Per sotterrare l’ascia di guerra  e aprire la stagione della pacificazione Stellato ha manifestato la piena disponibilità a valutare ogni soluzione in grado di mettere fine alle ostilità. Una mano tesa che ha consentito a Munno di tessere la trama dell’unità con gli altri rivoltosi. E il sindaco di Macerata Campania è stato bravo a ricondurre tutti sulla via della ragione. Accordo sulla lista unitaria più vicino, quindi. Le parti si sono date appuntamento per oggi per un incontro che potrebbe essere decisivo. Ma il condizionale è d’obbligo. Troppe volte è sembrato che l’intesa fosse solo una formalità e poi tutto è finito a carte quarantotto. Non è escluso infatti che, sulla scorta di un cospicuo numero di firme, i caputiani possano imboccare il sentiero della corsa solitaria per fare man bassa di delegati in direzione. Se l’area dell’europarlamentare si dovesse sfilare si andrebbe alla conta con la presentazione probabilmente di tre liste: caputiani, gruppo Vitale e dissidenti. Ma questa ipotesi appare meno probabile. E stavolta per dirla con Renzi per il Pd casertano dovrebbe essere finalmente #la volta buona per tornare tutti assieme appassionatamente. Almeno fino alle elezioni.

Mario De Michele

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