ORTA DI ATELLA – Quasi un plebiscito. Oltre 3670 voti pari al 44,56%. Alle elezioni europee il Pd di Orta di Atella ha asfalto tutti gli altri partiti. Una vittoria schiacciante. Che ruota attorno all’exploit di Nicola Caputo, eletto nel Parlamento europeo anche grazie alle 1072 preferenze raccolte nella città atellana. Merito certamente dell’impegno del gruppo consiliare, guidato da Francesco Piccirillo, e di quella parte dei democratici che hanno sostenuto in campagna elettorale il neo europarlamentare. E di qualche consigliere comunale esterno al partito che per l’occasione è sceso in campo a sostegno di Caputo. Ma un’analisi del voto seria e articolata non può non tener conto del fattore Brancaccio. Per comprendere le dinamiche elettorali, e quindi anche le concause alla base del boom del Pd, si deve dare una risposta a una domanda d’obbligo: per chi ha fatto votare il sindaco? Di Brancaccio si può di tutto e di più, l’unica cosa su cui sono tutti d’accordo, anche i suoi acerrimi nemici, è che gode ancora di un consistente consenso tra un’ampia fetta di elettori. E’ in grado di “spostare” centinaia di voti su questo o quel partito a prescindere dal colore politico. Senza tanti sforzi e in poco tempo.

E allora, per chi ha votato e fatto votare Brancaccio? Per rapporti personali e antica conoscenza sicuramente per Massimo Paolucci. E i risultati si sono visti. Il candidato del Pd ha portato a casa 808 preferenze. Niente male. Ma il primo cittadino è anche molto amico di Gianni Pittella. I due si conoscono da anni. E Brancaccio lo ha sempre appoggiato in ogni competizione elettorale (negli ultimi anni sempre alle europee). Pittella ha ottenuto 380 voti. Tutto merito del sindaco? Assolutamente no. Il riconfermato europarlamentare è stato sponsorizzato anche un nutrito gruppo di militanti del Pd. Ma certamente c’è anche un bel po’ di farina del sacco di Brancaccio. Che ha caldeggiato, su richiesta di Marco Di Lello, anche Mario Serpillo del Psi, candidato nella lista dei democrat, sul quale sono confluite ben 555 preferenze, grazie anche ovviamente al lavoro del gruppo dirigente e della base dei socialisti ortesi.

Qualche “votarello” lo ha “girato” anche ad Andrea Cozzolino (Pd). In questo caso per fare un favore a Samuele Ciambriello, anche lui amico di vecchia data. E sempre per legami di amicizia, Brancaccio si è attivato per fare “uscire” qualche preferenza anche per Lello Ferrara della Lista Tsipras. Missione compiuta. Come già rimarcato, non tutti i voti dirottati su questo lungo elenco di candidati sono riconducibili esclusivamente al sindaco di Orta. Ma è un dato di fatto (per riscontri avuti  con gli interessati) che Brancaccio abbia diversificato il voto spinto da motivazioni personali e non politiche. Diametralmente opposta l’analisi del gruppo consiliare del Pd. che canta vittoria sia per il risultato complessivo del partito, ma soprattutto per la notevole affermazione di Caputo, su cui hanno puntato i consiglieri comunali. Secondo loro dalla contesa elettorale Brancaccio è uscito perdente avendo appoggiato solo Paolucci. Insomma, avrebbe perso 1072 a 808. E Piccirillo e company ci tengono a intestarsi la vittoria.

Ma non la pensa così il sindaco. “Loro dicono di avermi battuto – osserva Brancaccio con ironia – e allora vuol dire che dovrò tornare sui miei passi: avevo deciso di non ripresentarmi alle prossime elezioni comunali, ma a questo punto se si candiderà a sindaco uno tra Peppe Roseto e Francesco Piccirillo vorrà dire che sarò costretto a ricandidarmi. Lo faccio solo per loro: sono così convinti di aver vinto e di vincere che mi sento in dovere di dargli la possibilità di battermi. Non si può impedire a nessuno di sognare”. Tra il serio e il faceto, il sindaco accetta la sfida e rilancia: “Prendo un impegno solenne: in caso di sconfitta mi ritirerò dalla politica. Loro faranno la stessa cosa? Non credo: sono abituati a perdere”.

Mario De Michele

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